Dopo musica e risate, lo schiaffo della realtà che questa volta si chiama New York.
Attorno, la città sembra più buia, ma non rallenta. L'unica cosa che mi colpisce, è quella luna dalla testa rotta. Se l'avesse sbattuta contro il muro della nostra follia, la capirei, ma sarebbe banale e lei non lo è mai.
Metti che abbia il capo smussato, perché invece si è scontrato con un sogno. Uno di quelli che osiamo ancora fare, in una notte buia con la luna dalla testa rotta.
Notte e la luna dalla testa rotta.
Appunti di Viaggio di Marilena Lualdi Tra natura, dubbi e musica (Nature, music and doubts) (Questo sito si serve dei cookie per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'uso dei cookie)
martedì 31 ottobre 2017
Listen to your heart - canzone per il giorno
Nella differenza, scoprirsi così connessi. Meglio di un mondo che di connessione blatera. La chiamano chimica, la testa invita a ribellarsi; solo un grido insiste.
Ascolta il tuo cuore, non perché abbia soluzioni garantite. A rigor di logica del mondo, fregature garantite. Ma basta che tu lo lasci correre e sta già correndo libero, come te.
Ascolta il tuo cuore, perché c'è questa meraviglia, che si chiama vita e ha tanti volti, riunitinello stesso.
Parlerà proprio a te, il più distratto del mondo. Se glielo permetti.
Ascolta il tuo cuore, non perché abbia soluzioni garantite. A rigor di logica del mondo, fregature garantite. Ma basta che tu lo lasci correre e sta già correndo libero, come te.
Ascolta il tuo cuore, perché c'è questa meraviglia, che si chiama vita e ha tanti volti, riunitinello stesso.
Parlerà proprio a te, il più distratto del mondo. Se glielo permetti.
Listen to your heart - Starsailor - canzone per il giorno
lunedì 30 ottobre 2017
La foto strappata (don Gnocchi)
Il pacchetto è infilato nella buca striminzita delle lettere e io distrattamente lo estraggo. Mi rendo conto troppo tardi che si lacera. Ma il dolore è solo alle porte: divampa quando mi rendo conto della foto strappata, perché è l'immagine di don Carlo Gnocchi con una bimba che sorride, come, grazie a lui.
Al momento, confesso le lacrime. Don Carlo mi è caro, quasi quanto lo era a mio padre, che lo seguì, lo amò, ne diffuse l'esempio. Lui, che non si rassegnò di fronte al fatto che i bambini non potessero camminare.
Poi, guardo meglio la foto. Sì, è strappata, ma io posso accostare i frammenti; quella ferita, ha persino un senso, nella storia dell'umanità ferita.
Che noi, in ogni momento, possiamo alleviarle il dolore.
Io non spengo (quindi non faccio niente)
Ogni volto di coloro che cercano di spegnere l'incendio al Campo dei Fiori, resta impigliato nella rete dei miei ricordi.
Sacri Monti dissacrati. Monti che evocano profumi e colori, resi cenere. Ripenso alla mia primissima vacanza: avevo pochi mesi ed ero malata.
La zia Maria (malata di pulizia, narrano le cronache familiari) ordinò: portiamo questa creatura su al Campo dei Fiori. Io incosciente e serena, riprendo a respirare.
Se fosse quasi cinquant'anni dopo. Mi dovrei incazzare, invece mi sento sul banco degli imputati anche se non l'ho provocato io, quel rogo.
Ma se non spengo, non faccio niente.
Onore a chi spegne. Un rogo di fiamme o di veleno nella vita o nei social.
Dialoghi reali - Fatti furba anzi ricca
- Comunque ho detto la verità, non lo farò.
- Ma perché? Come si dice, fatti furba che diventerai ricca.
- Ma io non voglio diventare ricca.
Silenzio, finalmente.
- Ma perché? Come si dice, fatti furba che diventerai ricca.
- Ma io non voglio diventare ricca.
Silenzio, finalmente.
Notte e quel puntino (sono io)
Sto camminando sotto il cielo, in lampi di libertà. E compare un puntino, avvolto dalle nuvole.
Quel puntino è la luna.
Quel puntino, sono io.
Minuscola e confusa, immensa e cocciuta. Come la luna, e di più, nonostante io sia una creatura minuscola.
Minuscola, non risibile. E chi non lo coglie, resti nel buio.
domenica 29 ottobre 2017
Dentro la speranza
Uno sprazzo di fiori, sulla primavera luganese. E dentro vi si affaccendano le api, testarde e sincere.
Dentro la speranza, anche quando tutto ci urla che così non va. Che questa è la stagione sbagliata, che dobbiamo rientrare nei ranghi, che le creature più fragili devono rientrare nella loro tana come dettano i riti nel tempo.
Eppure ci teniamo stretti agli occhi questi colori e il movimento baldanzoso delle api. Meglio una speranza infondata del grigiore dichiarato dell'autunno, che passa e sfiora l'umanità.
Notte e a ognuno il suo cielo
Fuori da una stazione straziata dall'abitudine di gridarsi addosso, mi ha accolto un cielo. Dovrei scrivere il cielo e come tanti l'ho fotografato, confondendolo poi per non rivelarlo completamente. Quando però ho visto le immagini pubblicate da altri, e soprattutto i commenti, ho capito come ciascuno abbia visto il suo cielo.
Chi vi ha letto la bellezza, chi la sofferenza, chi la consolazione, chi lo specchio delle fiamme che ci stanno tormentando.
Io confesso, mentre vi procedevo lentamente sotto, intrappolata dalle false luci delle auto, che ho provato quasi paura.
Come se quelle pennellate volessero cancellarmi o gridassero un messaggio oscuro con il loro chiarore.
A ognuno di noi, conficcati nella terra, il suo cielo, riflesso nostro.
Quello che non si riesce a vedere
Al molo, deserto ma non solitario, lo sguardo si tuffa nel lago, ma poi esita a raggiungere la riva.
Si può solo intuire, tra suggestioni e ricordi.
Quello che non si può vedere, a volte è più importante o ci appartiene semplicemente di più. Perché decidiamo noi cosa ci sia oltre la riva e gli occhi non ci possono smentire.
sabato 28 ottobre 2017
Notte e quello che bruciamo
Tutto quel che bruciamo, noi esseri poco umani, razza senza speranza.
Bosco, piante gentili, buone intenzioni, frammenti di futuro.
Brucia dentro di noi, inconsapevoli.
Campo dei Fiori così vicino, da sentirti così lontano, trascinato via dalla follia di pochi o forse di tutti.
Tutto ciò che bruciamo, brucia dentro di noi.
Notte e tutto ciò che bruciamo.
venerdì 27 ottobre 2017
Notte e quando passano gli angeli
Un solo tipo di sapienza vorrei, almeno stasera. Capire quando passano gli angeli.
Se sono quel fruscio che sento a pochi passi dal cuore. Volti così legati alla mia vita, da non poterli vedere volare via.
Volti che ho visto soltanto in fotografia, ma più nitidamente nel cuore degli altri: perché dovrebbero volare via?
Tutti così vicini, da non poterli sentire. Ma chiamarli, ancora.
Notte e quando passano gli angeli.
Se sono quel fruscio che sento a pochi passi dal cuore. Volti così legati alla mia vita, da non poterli vedere volare via.
Volti che ho visto soltanto in fotografia, ma più nitidamente nel cuore degli altri: perché dovrebbero volare via?
Tutti così vicini, da non poterli sentire. Ma chiamarli, ancora.
Notte e quando passano gli angeli.
Indosso il mio colore
Indosso il mio colore, che viaggia sopra gli sguardi. Il vento non lo tocca davvero, il sole lo fa solo brillare.
Indosso il mio colore, quello che fa parte talmente di me da cambiarlo a ogni colpo di luce. E quando gli altri pensano che io sia mutata, con sollievo mi contemplo così uguale.
A ogni segno
Mi distraggo a ogni segno tracciato sul cielo, che sia della natura o dell'uomo.
Non perdo occasione di guardare lassù. Abbastanza smarrita da ritrovare un significato in ciascun barlume di vita.
giovedì 26 ottobre 2017
Notte e Jim Morrison mi vuole bene
Quando sull'autostrada il tramonto è sfumato, ho bisogno di tirarlo fuori un'ultima volta. Infilata nella notte e nella coda inaspettata, le luci delle auto che sorridono alle prime note.
Non mi esaltava, un tempo, "L.A. Woman": ero più incline ai primissimi Doors. Da qualche tempo, viaggiare è diventato più sopportabile grazie a questa canzone. Accelero, freno, danzo, sento le colline sono incendiate ma d'amore, non di follia come ora. E prima di essere travolta da Mr. Mojo Risin', mi aggrappo a quella frase che forse molti di noi una volta nella vita vorrebbero riuscire a dire: se ti dicono che non ti ho mai amato, sappi che sono bugiardi.
Come un addio, come un pegno per restare. Mi commuovo e ripenso alle deviazioni in ogni viaggio parigino, per andare a salutare Jim. Anche se lui non è lì, anche se lui sa rinascere e far rinascere a ogni canzone.
Ci stiamo alzando, dalla nebbia delle bugie, ora che la coda si è sciolta e si rimettono tutti in viaggio. Stasera sono bimba abbastanza da dirmi: il mio vecchio amico Jim Morrison mi vuole bene e nessuno può dirmi il contrario.
Got to keep on risin'
Notte e Jim Morrison mi vuole bene.
Non mi esaltava, un tempo, "L.A. Woman": ero più incline ai primissimi Doors. Da qualche tempo, viaggiare è diventato più sopportabile grazie a questa canzone. Accelero, freno, danzo, sento le colline sono incendiate ma d'amore, non di follia come ora. E prima di essere travolta da Mr. Mojo Risin', mi aggrappo a quella frase che forse molti di noi una volta nella vita vorrebbero riuscire a dire: se ti dicono che non ti ho mai amato, sappi che sono bugiardi.
Come un addio, come un pegno per restare. Mi commuovo e ripenso alle deviazioni in ogni viaggio parigino, per andare a salutare Jim. Anche se lui non è lì, anche se lui sa rinascere e far rinascere a ogni canzone.
Ci stiamo alzando, dalla nebbia delle bugie, ora che la coda si è sciolta e si rimettono tutti in viaggio. Stasera sono bimba abbastanza da dirmi: il mio vecchio amico Jim Morrison mi vuole bene e nessuno può dirmi il contrario.
Got to keep on risin'
Notte e Jim Morrison mi vuole bene.
mercoledì 25 ottobre 2017
Il tuo vestito d'autunno
Il tuo vestito d'autunno: afferrato, indossato, lasciato scompigliare dal vento e dalle promesse. Le acque che si confidano segreti e rabbrividiscono, quasi quanto il cielo.
Questo è il lago che mi parla, da quando ero bambina. E le sue voci arrivano da lontano, per saggezza o timidezza, che poi forse sono la stessa cosa.
Notte ed è bello quando ti sorridono
Incontro ragazzi così preparati, già capaci di mettersi in discussione; sanno affrontare tante vite anche se sono all'inizio.
Poi, alla fine di un giorno pragmatico, si chiede loro un parere su quanto appreso. E uno di loro risponde: è bello parlare con chi ti sorride.
Incontro ragazzi così umani.
Notte ed è bello sorridere. È bello quanto ti sorridono.
martedì 24 ottobre 2017
Notte e il canto dei passi
Dopo una serata golosa di amicizia, la notte spegne le ultime voci. Sarebbe un contenitore silenzioso, se non fosse per i nostri passi, che cantano sottovoce.
Cantano titubanti perché sono gli unici a parlare, perché all'orizzonte non si vede più nessuno e facciamo fatica a scorgere pure noi stessi.
Il canto dei nostri passi, unica musica accolta dalla notte, che ci ricorda quando siamo piccini e meravigliosi sotto queste briciola di luna. Il canto dei passi, tutto per noi e per le stelle che non osano uscire.
Notte e il canto dei passi.
Cantano titubanti perché sono gli unici a parlare, perché all'orizzonte non si vede più nessuno e facciamo fatica a scorgere pure noi stessi.
Il canto dei nostri passi, unica musica accolta dalla notte, che ci ricorda quando siamo piccini e meravigliosi sotto queste briciola di luna. Il canto dei passi, tutto per noi e per le stelle che non osano uscire.
Notte e il canto dei passi.
Sapevo dove andare
Quando ero ragazza e vedevo sempre lontano, sapevo dove andare. Forse per questo motivo, andavo a sbattere.
Oggi vago nella nebbia mia e dell'umanità, arraffando indicazioni per caso. Sbatto con meno sorpresa e penso che conti una sola cosa.
Io non so dove andare. Sbircio a malapena da un petalo o dalla nebbia e chissà se fa differenza.
So che devo camminare, come posso.
Avrei da proiettare un sogno
Avrei da proiettare un sogno: ci provo dalla tua chioma rosso fuoco che mi ricorda tante stagioni.
domenica 22 ottobre 2017
Notte ed è proprio il vento
E' proprio il vento a riempire questo vuoto, a percuotere l'aria delle sue certezze. A trascinare via delle nuvole e portarne altre, sulla scia dei nostri capricci.
E' proprio il vento a entrare nelle mie pareti sicure, a gridarmi quello che sto combinando e quello da cui fuggo, a scompigliarmi i progetti neanche tanto ordinati.
E' proprio il vento e io, ancora bambina, pensavo fossi tu. Un piano dentro la tempesta, che forse invece ride da sola.
Notte ed è il proprio vento.
E' proprio il vento a entrare nelle mie pareti sicure, a gridarmi quello che sto combinando e quello da cui fuggo, a scompigliarmi i progetti neanche tanto ordinati.
E' proprio il vento e io, ancora bambina, pensavo fossi tu. Un piano dentro la tempesta, che forse invece ride da sola.
Notte ed è il proprio vento.
L'aiuto ai tempi delle lire
Il pensiero di un padre e dei suoi angeli, volati via, non può uscire dalla mente. Si rifugia in vicoli tortuosi e attraversa la notte, tempi anche insospettabili.
Così nel sogno incontro una persona disperata che chiede aiuto: sono lungo la via dove abitavo da ragazza, con altre persone. Ci guardiamo, sconsolati, e meditiamo su come fare.
Poi mi viene quella che mi sembra una grande idea: se ciascuno raccoglie mille lire, lungo la strada, quella famiglia può mangiare e persino pagare qualche debito. Siamo così numerosi.
Non so come finisca quel sogno, ho davanti solo la tragica realtà. Ma mi colpisce anche un particolare ininfluente, in teoria, perché mi rendo conto di quanto sia andata distante.
Lire. Neanche mi ricordo più che forma precisa avessero. Non mi sembravano tempi eccezionali, quelli. Eppure forse la mia mente voleva raccontarmi qualcosa, che forse allora non potevano accadere simili drammi, che c'era una via d'uscita a tutto o così ci rassicuravano.
che c'era ancora l'umanità, ora pervenuta a tratti, e nella nebbia.
Tutte illusioni, probabilmente. L'aiuto ai tempi delle lire, che immagine sciocca, mi dico. E non riesco a sorridere.
Così nel sogno incontro una persona disperata che chiede aiuto: sono lungo la via dove abitavo da ragazza, con altre persone. Ci guardiamo, sconsolati, e meditiamo su come fare.
Poi mi viene quella che mi sembra una grande idea: se ciascuno raccoglie mille lire, lungo la strada, quella famiglia può mangiare e persino pagare qualche debito. Siamo così numerosi.
Non so come finisca quel sogno, ho davanti solo la tragica realtà. Ma mi colpisce anche un particolare ininfluente, in teoria, perché mi rendo conto di quanto sia andata distante.
Lire. Neanche mi ricordo più che forma precisa avessero. Non mi sembravano tempi eccezionali, quelli. Eppure forse la mia mente voleva raccontarmi qualcosa, che forse allora non potevano accadere simili drammi, che c'era una via d'uscita a tutto o così ci rassicuravano.
che c'era ancora l'umanità, ora pervenuta a tratti, e nella nebbia.
Tutte illusioni, probabilmente. L'aiuto ai tempi delle lire, che immagine sciocca, mi dico. E non riesco a sorridere.
sabato 21 ottobre 2017
Notte e le mani vuote
Mentre tutto cerca di scorrere, vedo in un banchetto un uomo che afferra, come altri e di più.
Con un brivido freddo contemplo i suoi piatti che vengono portati via ancora traboccanti di cibo: infatti prende ogni portata, due primi, due secondi, e dopo pochi morsi o cucchiaiate abbandona, correndo a mangiare altro.
In un giorno con il pensiero così legato agli innocenti e alla disperazione del loro papà, non posso fare a meno di vedere nella mente le loro mani vuote.
E in quelle mani vuote c'è anche tutta la mia miseria, di donna che la miseria non sa alleviare; anzi vi contribuisce.
Notte e le mani vuote.
venerdì 20 ottobre 2017
Non un minuto di più (da buttare)
Un anno è già volato, più veloce di una farfalla. Ricordo con precisione dolorosa dove, con chi fossi quando arrivò la telefonata di zio Luca, Chiara.
Anche se speravo ostinatamente, appena vidi il suo nome sul display, capii. Sentii, prima di rispondere. Stavo consumando frettolosamente una pausa pranzo. Smisi.
Consumare e frettolosamente, due follie che mi decisi a bandire.
Un anno dopo, a poche ore di distanza, vedo quattro bimbi e il loro papà volare via.
Nell'insonnia della coscienza comprendo che non ho fatto abbastanza per rispettare la promessa, Chiara.
Consumare tempo, energie, occasioni mentre c'è da costruire e aiutare. No, ho avuto il coraggio di prendere delle strade e la pazzia di perdere ulteriore tempo in altre, vane e velenose.
Mi confesso davanti a un angelo, degli angeli, per non smarrire questa bussola: non un minuto di più da buttare.
Notte e cadiamo tutti
Una giornata dilaniata dal dolore che si nutre anche di ingiustizia: sono sempre i più piccoli a cadere, nostre vittime, sempre.
E poi stasera, non credo più alle creazioni imbarazzanti del mio cervello.
Cadiamo tutti. Grandi e piccini, colpevoli e innocenti. Tutti dentro in una sofferenza senza nome o con troppi nomi frettolosamente attribuiti.
Cadiamo tutti, e il fondo non sembra mai abbastanza vicino.
Notte e cadiamo tutti.
Come la stella che non sono
Da ragazza giocavo con un'altra tastiera e sognicchiavo una band. Ho turbolenta memoria di aver pubblicato di nascosto anche un annuncio. E di aver ricevuto chiamate da rocker che ad altro erano interessati.
Forse volevo persino diventare una rockstar, scordando quanto detestassi suonare in pubblico.
Come la stella che non sono, che non voglio nemmeno essere, a volte mi trovo sulla mia strada e si accendono lampi di sogni scordati.
E la cosa bella è che restano con me, ai piedi di tutti quelli che brillano ora.
giovedì 19 ottobre 2017
Giannino e il melograno
Otto anni fa, di quella sera ricordo poco oltre alle emozioni. Nasceva il libro scritto con mio padre, dopo un anno di ricerche negli archivi e di carezze agli appunti, tracce di lui.
Un'immagine nitida: la mia famiglia, riunita. Occhi lucidi e abbracci caldi, ripercorro ogni volto e mi soffermo su quelli che non ci sono più oggi.
Ero tra Ginetto e Giuseppe, amici e compagni di viaggio. Scorgo le mani del maestro che mi porgono un melograno, da lui curato come altre creature in giardino.
Oggi che è anche e soprattutto il tuo compleanno, nonno Giannino, lo offro a te. Tu che hai preso per il naso il Re e non l'avevi mai detto, se non con un sorriso lieve, che ora fa parte di me.
Notte e scura è la città
Dentro una strada che dovrebbe essere nel cuore della città, sento un buio sconosciuto.
Sì, non vedo una sfilza di luci, ma è un'oscurità diversa, più fitta, quella che la divora. Mentre lo penso, in fondo alla penombra, scorgo un uomo giovane che fruga in un cestino. E passano ragazzi che sanno di tabacco e parolacce.
Mi sposto in fretta e torno nella luce artificiale.
Ma come è buia la città, lo sento ancora addosso.
Notte e scura è la città.
mercoledì 18 ottobre 2017
Le cose succedono
Le cose succedono. Me lo dice un amico, oltre ogni saggezza.
Meravigliose, bastarde, irresistibili.
Beati quelli che scorgono la differenza.
O forse beati noi che ce ne meravigliamo. Tutto così insensato da avere una sua logica.
Notte e la distanza
Per studiare, anzi amare qualcosa da vicino, devi afferrare lei.
La distanza.
Quella che ti permette di osservare come se fossi lontana mille miglia e un secolo, mentre ciò che vedi è dentro di te.
La distanza sembrava dannarti, ora ti salva.
Tutto più sopportabile, lontano anzi dentro di te.
Notte e la distanza.
Sto osservando
Sosto un attimo e osservo, come un albero capitato per un caso delizioso o addirittura piantato apposta. Il paesaggio mi fa il solletico e suscita in me un piacevole sorriso.
Perché attorno a me è tutto così splendido, da pensare che forse posso osservare un'altra meraviglia.
Dentro di me.
martedì 17 ottobre 2017
Chiedere con naturalezza
Ogni tanto incontro il passerotto di Cernobbio, dolcemente sfacciato. Si arrampica dappertutto, le zampine voraci come le ali.
E lui vuole di più. Chiedere con naturalezza, domandare ancora e ancora. Gli uomini sono truffaldini: chi se ne frega.
Notte ed è merito mio (fuori dalla giungla)
Fuori dalla giungla: adesso quasi oso guardarmi alle spalle. Anche se quell'immensa ombra non è lontana.
Ma non mi importa. Sono fuori dalla giungla, perché ho trovato una guida; una mano tesa verso di me, mi ha portata via da lì e le sono grata.
Eppure se ringrazio, una voce mi dice: è merito tuo. Hai voluto lasciare la giungla, hai sofferto, sudato, hai afferrato la mia mano. I complimenti vanno a te. E stasera ci credo, come molti altri giorni, senza perdere la riconoscenza.
Fuori dalla giungla ed è merito mio.
Notte ed è merito mio.
lunedì 16 ottobre 2017
Notte e c'è sempre qualcuno da ascoltare
Prima che io possa scivolare nel buio, un signore saggio mi racconta frammenti della sua vita. E mentre nel buio sono immersa, altre esistenze mi attraversano.
Torno provata, e rinnovata. Tiro giù la saracinesca sul rumore e ho solo una voce che mi resta da coccolare, una per cui zittire tutte le altre.
La mia.
Notte e c'è sempre qualcuno da ascoltare. A partire da me stessa.
Torno provata, e rinnovata. Tiro giù la saracinesca sul rumore e ho solo una voce che mi resta da coccolare, una per cui zittire tutte le altre.
La mia.
Notte e c'è sempre qualcuno da ascoltare. A partire da me stessa.
Non c'è un'ora rock
Non c'è un'ora rock, una che richieda più volume o più gradi. L'ora rock è sottile e corre nel tuo sguardo.
Passa dai Thin Lizzy e si lascia dolcemente intrappolare dai Metallica. Si tuffa persino nel silenzio, se necessario.
domenica 15 ottobre 2017
Notte e perché non grido
Buffo abbastanza, ma c'è ancora chi crede che io non voglia gridare perché ho poca voce. In passato, ci sono cascata persino io.
Invece, non grido per altre sciocche e interessanti ragioni. Non grido, perché non è necessario. Non grido, perché c'è divertimento c'è visto che strillano in tanti.
In poche parole, non grido perché non ne ho voglia. E mi sembra una ragione sufficiente, oggi più che mai.
Notte e perché non grido.
Invece, non grido per altre sciocche e interessanti ragioni. Non grido, perché non è necessario. Non grido, perché c'è divertimento c'è visto che strillano in tanti.
In poche parole, non grido perché non ne ho voglia. E mi sembra una ragione sufficiente, oggi più che mai.
Notte e perché non grido.
sabato 14 ottobre 2017
Ah, sei qui (Lourdes)
Nel crepuscolo, anche quello che osa iniziare un cammino, i ricordi spingono indietro o davanti, a seconda del punto di vista. Davanti alla statua della Madonna dell'Aiuto, calcolo febbrilmente e magicamente gli anni trascorsi. Venti.
La prima volta che i medici mi hanno salvata e avevano potuto mettere al sicuro anche un mio sogno. Bisognava correre a Lourdes, a ringraziare.
Ok. Solo che io ero (sono) un'anarchica pacifica, incazzosa (ero, forse). E mi ammalai alla vigilia (una banale influenza, questa volta), mi arrabbiai, persi il biglietto aereo allo scalo, lo ritrovai tra le maledizioni. Buffo esordio. Arrivai con un raffreddore cosmico e trascorsi la maggior parte del primo giorno in camera.
Poi c'era una ragazzina, con qualche problema e un grande cuore, che mi stava attaccata. Io reclamavo il mio spazio e il mio tempo, anche un pomeriggio in cui la madre mi chiese se mi seccasse stare con lei mentre dormiva: mamma almeno sarebbe uscita solo un poco a comprare cose che servivano per l'anima.
L'adolescente dormiva, in effetti. E io rimasi lì a scrivere in silenzio. Niente di eroico: meditavo di andare all'alba il giorno dopo alla grotta, per riuscire a stare da sola per manciate di minuti. Solo che la ragazza si svegliò ben presto, spaventata perché non c'era la madre.
- Ah sei qui.
La sento ancora, la sua voce sollevata, prima di sprofondare ancora nel sonno. Ritirai la penna, perché mi sentii utile. Forse persino felice. E grata quanto non avevo osato essere. Ah sei qui, anche se non ero nessuno, non offrivo alcuna sicurezza o garanzia.
L'alba dopo, ero davanti alla grotta, anzi dentro. Non ci sarei mai stata, senza quella ragazza: sarei rimasta a poltrire, a quell'ora. Senza un angelo. Senza di me, anima a pezzi che si ricostruiva. Mi ricordo che avevo davanti la statua di Maria e ho pensato.
Ah sei qui. Come stamattina e in ogni crepuscolo che non sa se iniziare o finire.
La prima volta che i medici mi hanno salvata e avevano potuto mettere al sicuro anche un mio sogno. Bisognava correre a Lourdes, a ringraziare.
Ok. Solo che io ero (sono) un'anarchica pacifica, incazzosa (ero, forse). E mi ammalai alla vigilia (una banale influenza, questa volta), mi arrabbiai, persi il biglietto aereo allo scalo, lo ritrovai tra le maledizioni. Buffo esordio. Arrivai con un raffreddore cosmico e trascorsi la maggior parte del primo giorno in camera.
Poi c'era una ragazzina, con qualche problema e un grande cuore, che mi stava attaccata. Io reclamavo il mio spazio e il mio tempo, anche un pomeriggio in cui la madre mi chiese se mi seccasse stare con lei mentre dormiva: mamma almeno sarebbe uscita solo un poco a comprare cose che servivano per l'anima.
L'adolescente dormiva, in effetti. E io rimasi lì a scrivere in silenzio. Niente di eroico: meditavo di andare all'alba il giorno dopo alla grotta, per riuscire a stare da sola per manciate di minuti. Solo che la ragazza si svegliò ben presto, spaventata perché non c'era la madre.
- Ah sei qui.
La sento ancora, la sua voce sollevata, prima di sprofondare ancora nel sonno. Ritirai la penna, perché mi sentii utile. Forse persino felice. E grata quanto non avevo osato essere. Ah sei qui, anche se non ero nessuno, non offrivo alcuna sicurezza o garanzia.
L'alba dopo, ero davanti alla grotta, anzi dentro. Non ci sarei mai stata, senza quella ragazza: sarei rimasta a poltrire, a quell'ora. Senza un angelo. Senza di me, anima a pezzi che si ricostruiva. Mi ricordo che avevo davanti la statua di Maria e ho pensato.
Ah sei qui. Come stamattina e in ogni crepuscolo che non sa se iniziare o finire.
Notte e tutto brilla
Il sole mi è rimasto addosso, come un profumo.
Troppo felice per andare via o troppo devoto a me o alla sua missione.
Nel cuore della notte, lo sento guidare questa piccola anima.
Tutto brilla, con il suo sorriso. E anche con il mio.
venerdì 13 ottobre 2017
Dialoghi reali - Disponibilità in sintesi
Mi avvicino a un desk (così suona meglio, più professionale) e chiedo:
- Posso chiedere un'informazione?
- No.
In sintesi.
- Posso chiedere un'informazione?
- No.
In sintesi.
Ogni anno che passa
Sfogliando una vecchia margherita, la più audace o una sopravvissuta, sento gli anni sotto i polpastrelli come petali.
E penso che ogni anno che passa, è il più travolgente, il più perfido, il più stanco, il più irresistibile, il più innamorato, il più malinconico, il più vero e il più mascherato, il più sornione e il più sfacciato.
Ogni anno con te.
I pinguini del capitano
I pinguini del capitano Scott. Quelli attaccati, all'improvviso e con un balzo al cuore, dai cani.
Quelli che bisognava proteggere, anche nel futuro lontano, andando a mettersi in pericolo per esaminare le loro uova nella crudeltà dell'inverno antartico.
Quelli che scrutavano in Antartide e non si potevano toccare, come presagio di angeli che a ogni sferzata resistono.
Adesso il pianeta che NOI abbiamo devastato, li porta via con un sorriso imbarazzato. Mentre dovremmo essere imbarazzati noi. Noi ben più crudeli dell'inverno.
http://www.repubblica.it/ambiente/2017/10/13/news/strage_di_pinguini_in_antartide_solo_due_pulcini_sopravvissuti_in_una_colonia_di_40mila-178148341/
Quelli che bisognava proteggere, anche nel futuro lontano, andando a mettersi in pericolo per esaminare le loro uova nella crudeltà dell'inverno antartico.
Quelli che scrutavano in Antartide e non si potevano toccare, come presagio di angeli che a ogni sferzata resistono.
Adesso il pianeta che NOI abbiamo devastato, li porta via con un sorriso imbarazzato. Mentre dovremmo essere imbarazzati noi. Noi ben più crudeli dell'inverno.
http://www.repubblica.it/ambiente/2017/10/13/news/strage_di_pinguini_in_antartide_solo_due_pulcini_sopravvissuti_in_una_colonia_di_40mila-178148341/
http://www.nomosedizioni.it/project_tag/marilena-lualdi/
giovedì 12 ottobre 2017
Notte e piccoli riti di pace
Lungo la pista di una giornata ci sono isole dove trovarsi e rivivere piccoli riti. Certezze nuove o ritrovate, o mai perse di vista, si posano un po' timide su questa strada.
Il compleanno di un'amica unica, che da quarant'anni mi dà lezioni di sincerità e coraggio senza farmele mai pesare. Stop, bisogna fermarsi qui e nutrirsi dei suoi occhi buoni.
Le espressioni di una giovane amica, che sta assaggiando il mondo adesso, che ci fanno ridere di gioia pensando alla saggezza della sua età.
Un nuovo locale che è fiorito dentro un luogo ricco di storia e di passione, che con il suo stile garbato ci fa intravedere il sorriso confortato di un angelo volato via poco fa.
E la notte, semplicemente, che riassume ogni rito di pace, vissuto o ricordato. Il profumo di castagne nel mio rione che mi accoglieva per la prima volta quasi vent'anni fa. Io lo respiravo e ridevo, bevendo un bicchiere con gli amici. Ma poi tornavo, veloce come un fremito, da te.
Notte e piccoli riti di pace.
Il compleanno di un'amica unica, che da quarant'anni mi dà lezioni di sincerità e coraggio senza farmele mai pesare. Stop, bisogna fermarsi qui e nutrirsi dei suoi occhi buoni.
Le espressioni di una giovane amica, che sta assaggiando il mondo adesso, che ci fanno ridere di gioia pensando alla saggezza della sua età.
Un nuovo locale che è fiorito dentro un luogo ricco di storia e di passione, che con il suo stile garbato ci fa intravedere il sorriso confortato di un angelo volato via poco fa.
E la notte, semplicemente, che riassume ogni rito di pace, vissuto o ricordato. Il profumo di castagne nel mio rione che mi accoglieva per la prima volta quasi vent'anni fa. Io lo respiravo e ridevo, bevendo un bicchiere con gli amici. Ma poi tornavo, veloce come un fremito, da te.
Notte e piccoli riti di pace.
mercoledì 11 ottobre 2017
Do not rush
Tra le dita torna questa foto di Expo. Do not rush, intimavano in un padiglione cinese.
Allora vi avevo elaborato una serie di ragionamenti metaforici e filosofici, così profondi che a fondo sono andati.
Ci vorrebbero questi cartelli, installati nelle tentazioni delle nostre giornate. Non affrettarti perché scivoli, ti fai del male e agli altri ne procuri. Perché divori rabbiosamente la vita e poi che ne rimane?
Passo dopo passo, gustarlo: quasi quanto la direzione.
Notte e disegno la luna
Faccio i dispetti alla notte, come se fossi la luna. Cambio colore e aspetto, strappo i troppi discorsi, ricaccio indietro la malinconia e intimo il silenzio alla gioia.
Butto in aria tutto ciò che trovo e non mi fermo a raccoglierlo. Poi, quando sono sazia di essere monella, mi siedo a contemplare ciò che resta della luna, tagliuzzata come nel disegno di un bambino pasticcione.
Ripongo le forbici maldestramente usate e tiro fuori i pastelli della mente, per ricominciare a disegnare.
Notte e disegno la luna.
Butto in aria tutto ciò che trovo e non mi fermo a raccoglierlo. Poi, quando sono sazia di essere monella, mi siedo a contemplare ciò che resta della luna, tagliuzzata come nel disegno di un bambino pasticcione.
Ripongo le forbici maldestramente usate e tiro fuori i pastelli della mente, per ricominciare a disegnare.
Notte e disegno la luna.
Se non metto lo zucchero (mi commuovi)
Attraverso un luogo prestigioso e prendo un caffè di fretta. Senza zucchero, prego, a me piace così.
Ritorno dopo tre ore, anonima come la folla che mi circonda, e prendo un altro caffè.
Il cameriere mi chiede: lei senza zucchero, vero?
E quando mi commuovo, eterna bambina, che si ricordi di questo dettaglio nella folla, mi racconta la sua storia. Di giovane che appena ha una certezza sul lavoro la cambia, al contrario della vita. Io sento che devo ascoltarlo, ma anche un po' fuggire altrimenti mi vedo dentro i suoi occhi saggi.
Una persona che si ricorda, non solo per mestiere, ciò che desiderano gli altri, è una grande lezione per me.
Se non metto lo zucchero, mi commuovi, ragazzo. Buona vita, sempre cambiando, fedele a te stesso.
Ritorno dopo tre ore, anonima come la folla che mi circonda, e prendo un altro caffè.
Il cameriere mi chiede: lei senza zucchero, vero?
E quando mi commuovo, eterna bambina, che si ricordi di questo dettaglio nella folla, mi racconta la sua storia. Di giovane che appena ha una certezza sul lavoro la cambia, al contrario della vita. Io sento che devo ascoltarlo, ma anche un po' fuggire altrimenti mi vedo dentro i suoi occhi saggi.
Una persona che si ricorda, non solo per mestiere, ciò che desiderano gli altri, è una grande lezione per me.
Se non metto lo zucchero, mi commuovi, ragazzo. Buona vita, sempre cambiando, fedele a te stesso.
martedì 10 ottobre 2017
Notte e voglio bene al mondo
Una sera di rincorsa, per guardare dritto negli occhi di coloro che amo. E ho questa sensazione, facile e impossibile.
Voglio bene al mondo. Quello che soffoca, ferisce, trascina a fondo con sé, tradisce e chiede di essere riammesso. No, che non ti riammetterei, ma questo pianeta non è mio e ci sarà pure una ragione.
Voglio bene al mondo folle, orribile e deleterio.
Stasera voglio bene al mondo, e persino a me.
Notte e voglio bene al mondo.
Voglio bene al mondo. Quello che soffoca, ferisce, trascina a fondo con sé, tradisce e chiede di essere riammesso. No, che non ti riammetterei, ma questo pianeta non è mio e ci sarà pure una ragione.
Voglio bene al mondo folle, orribile e deleterio.
Stasera voglio bene al mondo, e persino a me.
Notte e voglio bene al mondo.
lunedì 9 ottobre 2017
You and me - canzone per la notte
Ciò che siamo è ciò che siamo. Parole così semplici, quando la sera si chiude la porta e ci guardiamo negli occhi. Parole che può sussurrare solo una rockstar, che star non si sente affatto e che tutti credono impegnata a gridare.
Non siamo star del cinema. Abbracci d'amore, quando la follia corre attorno a noi. E' tutto ciò che vogliamo ed è abbastanza.
Essere ciò che si è, esserlo persino in due.
You and me, Alice Cooper, canzone per la notte.
Non siamo star del cinema. Abbracci d'amore, quando la follia corre attorno a noi. E' tutto ciò che vogliamo ed è abbastanza.
Essere ciò che si è, esserlo persino in due.
You and me, Alice Cooper, canzone per la notte.
Contro il cielo
Volti contro il cielo, che contro nessuno si mettono. Volti pallidi di tempo e grazia, che si vestono dell'azzurro di una giornata testarda.
Tutto scorre, a partire dall'aria scolpita da ultime tentazioni d'estate. Ma quelle figure restano lì immobili e sospese tra i pensieri di chi le incontra e quasi vorrebbe salutarle, se non temesse di interrompere una riflessione eterna.
Notte e l'estate che non si scioglie
Invece no, non è finita. L'ultimo giorno d'estate, conficcato nella pelle, è passato eppure lei non si vuole sciogliere. Nemmeno nel lago, che finge di essere ancora tiepido.
Persino le foglie restano verdi, mentre si specchiano. E ci ridono su, come me.
domenica 8 ottobre 2017
Notte e le povere cose in viaggio
E' da ventiquattr'ore che cerco di soffocare una scena, dentro di me. Un clochard che sale sul treno, per trovare un rifugio. A una persona racconta di essere stato cacciato da una stazione; insieme parlano di un'altra donna senza un tetto, che era solita sdraiarsi su un panca: adesso chissà dove sarà.
Lui vaga nella carrozza alla ricerca di una presa che funzioni, per caricare il suo telefonino. Quando scendo, lo sguardo mio si posa sulle borse, dove raccoglie le sue povere cose. Povere davvero, come lui, come noi che gli passiamo accanto e non sappiamo cosa fare, forse nemmeno vogliamo.
Noi che siamo in viaggio con le nostre povere cose nella vita e chissà come facciamo a sentirci ricchi.
Notte e le povere cose in viaggio.
Lui vaga nella carrozza alla ricerca di una presa che funzioni, per caricare il suo telefonino. Quando scendo, lo sguardo mio si posa sulle borse, dove raccoglie le sue povere cose. Povere davvero, come lui, come noi che gli passiamo accanto e non sappiamo cosa fare, forse nemmeno vogliamo.
Noi che siamo in viaggio con le nostre povere cose nella vita e chissà come facciamo a sentirci ricchi.
Notte e le povere cose in viaggio.
sabato 7 ottobre 2017
Tutto in ordine
E' tutto in ordine, per farsi scompigliare. Il cielo corre già avanti, in questa gara buona.
Le piante obbediscono agli umani, il tempo di ridere con il vento. Tutto in ordine e delizioso nel suo presentarsi impeccabile. Ma tutto è in ordine per farsi capovolgere e urlare forte il senso della vita.
Notte e l'ultimo giorno d'estate
L'ultimo giorno d'estate scivola senza uno sguardo al calendario. Vola oltre gli occhi affamati, afferra la pelle e la disarma dei suoi pallori.
Asolo lo porge con la delicatezza di un frutto raro e quasi temo a consumarlo.
Ma l'ultimo giorno d'estate non si congeda mai davvero, stampato nell'animo fanciullo.
venerdì 6 ottobre 2017
Sogno sospeso
C'è un sogno sospeso sulla terra, la notte che non riesce a portarsi via la luna. E viandanti immobili lo cullano, senza chiedere nulla.
Notte e bisogna ribellarsi
E' più facile attraversare il mondo, passando dal proprio Paese. E raccogliere frammenti di saggezza, che scivolano fuori dalle tasche.
Scopri che altri, come te nel tuo piccolo, a un certo punto hanno detto: no grazia. Hanno preso il largo e sono volati lontano. Erano adolescenti, ma forse lo si può fare ancora adesso.
Io la sento, la via d'uscita. Bisogna ribellarsi.
Prendere le distanze, per dare uno sguardo da vicino e ritrovarsi.
Notte e bisogna ribellarsi.
Tutta l'eleganza del mondo
E' l'autunno, un pezzo di Scozia che non se ne va, un frammento di memoria che resta conficcato nei pensieri. Un sentiero che si tinge di rosso all'improvviso e ti disorienta con la sua bellezza.
Un mondo che ti cammina vicino e che ti sussurra qualcosa di inaspettato.
giovedì 5 ottobre 2017
Notte e sogno ancora a colori
Sogno ancora a colori, e sogno ancora più forte. Non importa se qualcuno dice che è pasticciato: già me lo sbattevano in faccia da piccola, mentre io amavo mischiare sfumature e tratti a modo mio.
Intingo il pennello nel mio rock, come un concerto infinito. Alzo il volume, non per coprire il silenzio, bensì per farlo esplodere.
Sogno ancora a colori, sogno ancora più forte. Perché sogno ancora con te.
mercoledì 4 ottobre 2017
Come senza paura
Nessuno mi sfida impunemente, come se mi proteggesse un cardo o un'armata: a volte, ci credo quasi anche senza rileggere il motto a Edimburgo.
E poi capisco che non sono senza paura, mi mancherebbe persino quella birbante. E' qualcosa di meglio, qualcosa di più.
Non senza paura, mi muovo.
Ma come senza paura. Come se non l'avessi, nonostante mi respiri addosso. E quel "come" è la corazza che indosso, fragile e commovente come ogni vita.
Notte e sotto i pensieri
Sotto i pensieri travestiti da nuvole, trovo brividi, saluti, tracce di umanità.
Il freddo che ci stringe la mano all'improvviso e si allontana solo un attimo, il tempo di lasciarci congedare da un residuo d'estate.
Sotto i pensieri, scivolando sull'acqua, sempre più lontano, eppure abbracciati a un'ancora di sorriso.
Curiosi mentre tutto scorre
Curiosi mentre tutto scorre, fiori che giocano come bambini senza muoversi davvero. Solo un lieve cenno del capo, un grido soffocato di meraviglia, protetti dai massi austeri.
Il ruscello corre via senza mai sottrarsi. Ma loro restano lì, immersi in una filastrocca.
martedì 3 ottobre 2017
Notte e c'è da ammirare
Persino sotto il velo della notte, persino con la mia distrazione cronica, mi fermo ad ammirare qualcosa. Quando non c'è la luna, scontata ma non troppo, scorgo un fiore che sembra aver preso colore con il buio, come se prima si vergognasse.
O incrocio l'incedere sospetto di un micio, mi accorgo di una scritta d'amore complicato su un muro o di un balcone le cui piante hanno ripreso vigore.
Così penso, quanto c'è da ammirare, se persino nella notte io vedo e mi viene voglia di scoprire altro, ancora.
Notte e c'è da ammirare.
O incrocio l'incedere sospetto di un micio, mi accorgo di una scritta d'amore complicato su un muro o di un balcone le cui piante hanno ripreso vigore.
Così penso, quanto c'è da ammirare, se persino nella notte io vedo e mi viene voglia di scoprire altro, ancora.
Notte e c'è da ammirare.
Lo sguardo che scava
In punta di piedi, torno nelle Marche, a Braccano. Gli occhi inseguono il filo dei murales e incrociano quelli di questo lupo, così mirabilmente ritratto.
Io abito qui.
E' tutto così reale, che forse c'è davvero il lupo. E forse è più umano di noi, con quello sguardo che scava nei perché, da noi dimenticati.
lunedì 2 ottobre 2017
Notte e io rallento
Dai corri, dobbiamo raggiungere l'altra parte della strada, sfidare il buio, forse persino noi stessi, girare l'angolo rapidamente.
Finché un rintocco attraversa l'aria. Basta il primo, quello che conduce a un grido grato, al saluto più bello: l'Ave Maria. Come ogni volta in cui vi inciampo felice, corro indietro ancora, a quell'unica volta a Lourdes.
Ed è l'ultima volta che corro, perché adesso so cosa devo fare. Io rallento: la strada è deserta e invitante, da respirare ora che le auto si sono ritirate. Bella come una preghiera, che ci fa tornare umani.
Notte e io rallento.
Finché un rintocco attraversa l'aria. Basta il primo, quello che conduce a un grido grato, al saluto più bello: l'Ave Maria. Come ogni volta in cui vi inciampo felice, corro indietro ancora, a quell'unica volta a Lourdes.
Ed è l'ultima volta che corro, perché adesso so cosa devo fare. Io rallento: la strada è deserta e invitante, da respirare ora che le auto si sono ritirate. Bella come una preghiera, che ci fa tornare umani.
Notte e io rallento.
domenica 1 ottobre 2017
Piccole distese di guardiani
Un coperchio amorevole sul pozzo, i fiori che proteggono i desideri.
E lasciano uno spiraglio perché altri possano entrare. Chissà quanto altro vegliano amorevolmente sulla terra, senza soffocarlo.
Piccole distese di guardiani, che accarezzano gli sguardi.
Notte e qualche angelo sguscia fuori
Ogni tanto, quando meno te lo aspetti, può arrivare qualche angelo. Può scappare fuori da una vecchia foto annebbiata, una foto ritrovata da una manciata di anni che per te però sono stati anni senza lunghissimi.
E in quell'immagine ride, e tu ancora di più. E ti chiedi chi abbia iniziato per primo, anche se non importa affatto.
Perché interessa solo che qualche angelo sgusci fuori da un mondo che non puoi sfiorare, arrivi e ti faccia ridere, ridere tanto, come allora.
Dodici mulini
Ci sono dodici mulini, che scandiscono la vallata e mi trovo a meditare su questo numero, che scorre come l'acqua.
Le dodici tribù di Israele, e i dodici che Gesù scelse, senza che nemmeno oggi lo capiamo fino in fondo. Gente che dubitava, come noi, che faceva domande di potere, come noi, e che pur l'ha seguito, sino alla fine: cosa faremo noi, non lo sappiamo.
Dodici mulini tracciano una strada di acqua, lavoro, speranza. Tutt'attorno, un silenzio interrotto da qualche latrare e i gatti ti osservano, indecisi se rifuggire nella loro pace.
Quante formule magiche nella nostra vita e quanta voglia assurda di resistervi: quella ruota immensa, invece, cede gioiosamente ancora.