giovedì 31 dicembre 2015

Cambiare come te

Il cielo è cupo, il cielo si illumina con poco. E tu non gli sei da meno.

Se uno ha la pazienza di fermarsi e guardare oltre i cliché ("oh, i laghi sempre uguali"), scorge che basta un minuscolo raggio, o un tocco di vento come un vezzo di aggiustarsi i capelli, o un sospiro, un battito d'ali.

Basta poco, per cambiare, mio lago amato che osservi il cielo, grato, mai spaesato.

Vorrei cambiare come te e diventare più simile a ciò che sono, realmente.


Expo e la fortuna delle persone



Sfogliando le immagini dello smantellamento, ho il coraggio di tirare fuori ancora le foto di sei mesi di vita.

Una chance, una fortuna accumulata con i chilometri, la fatica, la stanchezza, incontrare Expo. E questo anno non la porta via, anzi...

Ripenso alle tante fiere nel mondo affrontate da mio padre: voleva vendere i telai, ma la conquista più profonda era l'incontro con la gente.  Quando ero piccola, quante persone di ogni nazione sono entrate a casa nostra. E il mondo era di casa per me.

Io ho fatto molto meno fatica. In comune resta quella gioia di aver ascoltato, respirato, guardato un'umanita così varia.

Non potrò mai spiegarlo, né mi importa di fronte a chi ha visto solo una fiera, stupenda oppure orribile.

Io ho avuto la fortuna di vedere tante persone. E, per fortuna, non sarò uguale a prima.

Ciao Expo, ciao 2015.

PS: a proposito, celebriamo anche gustando le rondelle di mele svizzere, un'unica e preziosa bustina.





Non sono un pungiball

Quando qualcuno si sente ancora grondante di ragione, gliela lascio tutta. Basta che ci sia una sana distanza tra di noi.

Perché io so poche cose, una mi è terribilmente chiara: non sono un pungiball. Non sono nella tua orbita e tu puoi fare di me e di altri ciò che vuoi. Cioè, non posso parlare per gli altri, ma non venire a vantarti con me.

Non ti gloriare di avermi aiutata una volta, se mi hai ferita e affossata le altre.

Non sono il tuo pungiball. Allenati con altri se vuoi. Io mi tengo il mio torto e la mia libertà di non essere ferita per far sentire altri potenti.

Il mio maestro ha novant'anni, dicono

Il mio maestro ha novant'anni, dicono. Roba da non crederci, perché è sempre un cortese ragazzo, pieno di energie e di voglia di creare.

- Ginetto, si potrebbe fare così?

- Aspetta un momento.
Due minuti dopo, arriva con un'idea, una soluzione, di solito già un foglietto elegantemente vergato.
Io mi sento minuscola e fiera, davanti a lui, come le pianticelle che abitano vicino alle querce. Ne sento ogni beneficio, perché lui vuole condividere la gioia di vivere con gli altri: come quando mi offrì questo melograno del suo giardino, specchio di un augurio infinito.

Ecco, che auguri porgo a Ginetto Grilli, poeta, scrittore, musicista, organista dalla stupenda voce, a essere precisi,  artista insomma che parlá l'é fiá. E ottimo marito, papà e nonno. Ma qui non si finisce più e io arrivo in ritardo. Arrivo in ritardo a dire: grazie Ginetto.

Se lo dici anche tu, che hai novant'anni oggi, ci credo. Anche perché le tue parole sono sempre sincere, scorrono in scioltezza ma mai una di troppo. E mai una contro gli altri, il che - l'ho sempre pensato - è forse il tuo vero ingrediente segreto.

AUGURI E GRAZIE
 

 

mercoledì 30 dicembre 2015

Notte e ci sei tu

Ci sono freddi che non se ne vanno via, finché non arrivi tu.

Allora mi chiedo come mai tu possa con un semplice gesto proteggermi, al caldo.

Ma presto, non mi chiedo più niente, come un bimbo svezzato.

Notte e ci sei tu.

Rock and roll all nite - canzone per la notte e ogni notte

Al termine di una giornata che sembra impigliata nella morte, un rocker gentile mi porge una medicina.

Hai accompagnato all'ultimo viaggio una giovane donna, che avevi visto tifare, manifestare la sua gioia e - quella volta finale, poche settimane fa - ascoltare attenta al club cosa accadeva nella sua Pro. Si alzava con il suo viso attento, si alzava un pochino come per non farsi notare e ascoltare meglio. E' tornata lì pochi giorni fa, a giocare in quella stanza. Non la vedrai più, non la vedremo più. Simo, ma tu non te ne vai davvero, no?


E non sentirai più le graffiate di Lemmy, guardare le sue foto ti trasmetterà un magone strano, di cui in fondo già erano intinte.  Tu sai che il rock va avanti per sempre, e allora - sembra scrutarti e dirti - che frigni a fare.

Finché arriva il rocker gentile che mi porge  un video e una canzone nota, una delle prime assaggiate nella mia vita, un inno dei Kiss (a proposito, com'è tenero il messaggio di Gene Simmons a Lemmy).

Noi comunque continueremo a gridare e ci daranno dei matti: be', lo saremo. Ma la notte scorrerà tutto a rock and roll. E sarà una festa dopo l'altra, come quelle che ci promettono dopo. Da noi, no, è già iniziato.

Forse il party, è solo cominciato.

Rock and roll all mite, Kiss, canzone per la notte e ogni notte.


I'm so bad - canzone per il giorno

Tutto ciò che dicono, fantastico: facciamo che sia vero.

Sono cattiva, proprio come dicono. Così cattiva, da non importarmene affatto.

Eppure per questo sono più forte. Perché, se voglio, posso cambiare e lo so fare, ma dipende da me, non da inutili parole. E anche allora continueranno a parlare: senza che a me freghi minimamente.


I'm so bad, Motorhead, canzone per il giorno.

Ancora ti ascolto

Ancora ti ascolto, anche se te ne sei andato.

Pure questa è l'eternità. Perdersi di vista, mai d'emozione.

Tra i mille motivi per cui ti amo

Mi perderei tra i mille motivi per cui amarti. La generosità, l'intelligenza, quel tuo parlare irresistibile per la giustizia, la carità per le creature più piccole.

Eppure, incredibilmente, scelgo e adoro una carenza, che assomiglia alla mia: tendi a smarrire l'orientamento, quasi quanto me. Solo per strada, perché hai ben chiaro dove andare nella vita.

Tra i mille motivi per cui ti amo, scelgo questa tua apparente debolezza.

martedì 29 dicembre 2015

Notte e la vita non è sicura, Lemmy

Chissà se l'hai detto veramente. Chi si fida dei giornalisti.

Ma, Lemmy, stanotte mi porto questo nel cuore: la vita non è sicura. Per un tubazzo di niente. Guardi il tuo videogioco preferito e ti annunciano che sei al capolinea. Hai appena applaudito la tua squadra e già la devi osservare dall'alto di un cielo senza nebbia.

La nebbia, resta dentro di noi.

La vita, non è sicura.

Eppure, per qualche strana dannazione, vivere è tutto ciò che ci rimane, attraversare intensamente ogni istante, mentre camminiamo verso incerte mete. Chi le chiama "la fine", chi "l'inizio".

Notte e la vita non è sicura, Lemmy.

Tutto no

Un tempo piagnucolavo dentro di me: non posso fare tutto.

Ora affermo, con orgogliosa calma: non voglio fare tutto.

Vuota la sera

Alzi il volume, ma non puoi ignorare che il silenzio abbia un proprio, insidioso modo di insinuarsi e contagiare.

Vuote le strade di periferia, deserti i negozi che resistono, buio oltre il buio. È solo qualche botto ricorda l'umana idiozia.

Si fa di tutto per andare oltre i vuoti, che siano di una giovane tifosa o del re del rock.

Ma vuota è la sera, e bisogna cercare le stelle per riempirla e scacciare la malinconia.

lunedì 28 dicembre 2015

Lemmy, e noi suoneremo più forte (play loud)

Che cosa si fa quando un amico "forte e nobile", come ti hanno chiamato i tuoi Motorhead, se ne va e sembra lasciarci in silenzio?

Si suona più forte, come avresti fatto tu.

Come da qualche parte stai facendo.

Play loud in peace, Lemmy.

Notte e se tremano le ali

Questo post doveva intitolarsi basta e non escludo che possa cambiare. Preghiere incerte e una sicurezza gelida: un altro sorriso è volato via.

Ma proprio quando la furia si impenna, gli occhi si posano su una statuetta preziosa, donata da un Amico. Un angioletto scolpito, direi tutto di un pezzo.

Le ali, però, sono finissime: di piume o materia persino più impalpabile. Basta un sospiro, per farle muovere o tremare. Chi distingue la differenza: il fatto é che così sembrano volare. E io, per ora qui su questa terra sciocca quasi conto me, prego.

Notte e se tremano le ali.

Fly away from here - canzone per la notte

Se non individui nemmeno una ragione per cui volare via di qui, afferro un frase di questa canzone.

I nostri sogni sono là fuori, da qualche parte.

Fly away, Aerosmith, canzone per la notte.

Troppo occupati per atti rivoluzionari

Siamo troppo occupati per compiere atti rivoluzionari.

Tipo spegnere il motore, accendere il cervello, dispensare gentilezza, trattenere giudizi.

Sarà per questo che al mondo non si respira più?

domenica 27 dicembre 2015

Poche parole alla volta

Poche parole alla volta escono, sfuggendo al dubbio. Né possono rientrare, quando le richiama.

Perse tra le molteplici parole che non contano, non salvano, si rassegnano a non inseguire più la verità.

E tu trattieni quelle che ora scalpitano, ma qualcuna sempre raggiungerà il vuoto dei discorsi dell'umanità.

Forse sognerò il signor Bonaventura

Il compleanno del Corriere dei Piccoli mi rituffa fra fumetti e personaggi. Più viva di tutte l'Attesa: pregustare quei fogli, come facevano i grandi.

Solo che loro avevano poco da sorridere, tra quel diluvio di bianco e nero. Noi sognavamo ancora la vita a colori e con un finale mai inquieto, se non per la voglia di ricominciare.

Forse sognerò il signor Bonaventura. O forse di diventare grande, senza perdere il sorriso.

Notte e solo tu nei cassetti

A furia di finire nei dialoghi reali, a prescindere, quasi non credevi più ai cassetti.

Invece, qui ci finisce la mia musica, si rifugiano i ricordi di Scozia e di tempi che non voglio scrollarmi di dosso. Si insinua la malinconia, entra la natura e si riposa, visto che io stento a farlo.

Eppure, in qualche modo, puoi esserne sicuro: nei miei cassetti ci sei solo tu.

Notte e nei miei cassetti solo tu.

Mostrare, per non rivelarci

Chissà se anche in questo sfoggio festivo di tavole apparecchiate di cibo e sorrisi non ci sia quella deriva dei nostri tempi. Quella paura.

Mostrare e mostrare, per non rivelarci.

Vivo da re - canzone per la notte

Devono esserci stagioni in cui ti devi raccontare un po' di bugie. Vivi da re e non smetti mai di suonare.

E dentro sei sovrano veramente, perché sai ciò che ti manca e ciò che vuoi. Ti prendi in giro, anche per la troppa libertà che ti soffoca.

Vivo da re e faccio tutto ciò che mi pare.

Per questo, ho bisogno di te.

Vivo da re, Decibel, canzone per la notte.

Dialoghi reali - un altro giorno

- Dai, come dice Rossella, domani è un altro giorno.

- esattamente uguale a oggi, se non peggio dell'altro ieri.

Via col vento dal retrogusto leopardiano. Vedi che faccio bene a farlo guardare ogni volta?

Solo la nebbia ci ha ritrovati

Mentre andiamo sempre più lontano da ciò che questo pianeta doveva essere per noi, ci perdiamo e neanche ci importa.

Non davvero.

E mi stupisce, e mi commuove che in questo nostro cocciuto smarrimento volontario la nebbia sia tornata da noi. Ma vestita di una luce strana, come se volesse dirci qualcosa, trattenerci, ricordarci chi siamo.

Solo la nebbia forse ci ha ritrovati, mentre noi continuiamo a fuggire, senza meta.

sabato 26 dicembre 2015

Gli occhi di Melania

Quando rivedo gli occhi di Melania, riascolto le sue parole buone, sento la potenza di un pezzo di verità della Kabbalah.

Noi siamo quello che vediamo. E vediamo quello che siamo. 

E scambiamo per stupidi coloro che non sospettano mai il male negli altri, mentre dovremmo esserne sanamente invidiosi.

Quanto puoi spendere

Se mi chiedi, quanto puoi posso spendere. Forse sei pragmatico.

O forse non capisci che volevo provare a rendere qualcuno felice.

Non voglio giudicare, ma non posso far parte di un mondo che conta, quando non conta più nulla se non il cuore.

Un obiettivo, tuo

Non sai mai che un obiettivo è tuo, finché non ti batte forte il cuore nell'intravederlo.

Notte e chi mi fa voler diventare migliore

Spazzando via le tentazioni di bilancio, trovo i miei propositi preferiti sul solito, polveroso pianeta rock. Che mi fa capire, con più forza, con chi voglio stare, di chi mi voglio circondare.

È il capitano Sixx che vi parla e so che ha ragione, che dice ciò che sapevo appena intuire nei miei maldestri passi: metterlo in pratica, poi, che impegno.

Ma bisogna fare così: circondarsi di chi ti fa desiderare di essere una persona migliore. Non un compito facile. Di chi ti mette davanti i tuoi limiti non per deriderti o ferirti, ma perché tu li superi e diventi ciò che puoi essere, ciò che in fondo già sei.

Uno specchio che sorride, anche quando non sei in forma: perché ti ricorda la tua vera bellezza. E sarebbe bello essere così per gli altri.

Maldicenze, pettegolezzi, vano parlare, vano mostrare, scagliare giudizi... Quanti tormenti ci allontanano da ciò che siamo.

Ma si può dire no.

Notte e chi mi fa desiderare di essere migliore, è nella mia vita.

Alice e la faccia di 300 giorni

Caro Alice Cooper, lo sai anche così: chi non ti venera o ti lascia passare senza capire, ti deride.

Guarda che faccia. Guarda che faccia? Quel trucco che non ripara le ferite del tempo, ma le esalta: sono solchi, sono vie di vita, sono percorsi in cui è piacevole perdersi.

E poi tu arrivi, con garbo, a ricordare: questa è la faccia di un uomo che ha trascorso 300 giorni sul palco. Io avrei aggiunto: di 67 anni. Ma non si dice, vero?

e poi chi se ne frega, che sarà mai il tempo. Solo quello che ti ricorda come tu abbia trascorso 300 giorni sul palco. E nessuno ha la possibilità, la chance, il coraggio di aggiungere altre osservazioni.

Prima di criticare qualcuno conta le tournée della sua vita. Se puoi.

Il lago baciato dalla nebbia

Tra gli abbracci e lo smog, ricevo una foto da un'amica. Potrei descriverla in cento, banali modi, ma lei lo fa meglio.

Il nostro bel lago nascosto dalla nebbia.

Scompongo questa frase mentre frugo tra le sfumature.

Nostro, perché comune è l'amore.

Bello. Perché ogni angolo ne canta la bellezza.

Lago, questa creatura che ci ha legate a sé di decennio in decennio, di istante in istante.

Nascosto. C'è, pulsa, vive, sotto un velo.

Nebbia. È lei che prova a essere protagonista.

Il nostro lago è il Maggiore, ma ciascuno ha un suo lago, una propria magia, ancora più forte quando nascosta dalla nebbia.

Grazie.

venerdì 25 dicembre 2015

Ha chiesto aiuto

Ha chiesto aiuto in mille modi. Forse le mancava solo con la voce.

Notte e se ci viene in mente una guerra (c'è Via col vento)

Nella cascata che offre emozioni e lezioni, oggi mi addormento con una più forte delle altre. 

Quei giovani e meno giovani che carichi di parole e arroganza, andavano alla guerra. La pretendevano e si indignavano contro chi frenava i loro entusiasmi. 

E l'orrore, le fiamme, chi doveva vincere schiacciato. E chi vince, perde ferendo e umiliando i suoi fratelli.

Credo che se ci viene in mente l'arroganza di una guerra, di partire armati di certezze pericolose, sia sempre meglio dare un'occhiata a Via col vento.

Notte e se ci viene in mente una guerra 

Pagherò, sarò salvato

Pagherò per l'unica persona della quale mi sono dimenticato, per la quale non sono accorso abbastanza in fretta.

E sarò salvato, forse, per l'unica persona che ho aiutato senza accorgermene.

Vincibile come la luna

I primi passi della sera di Natale, quando tutto è compiuto e sta per iniziare ancora. Sono già magici di solito, sotto ogni cielo. La pace delle strade, e forse è persino fresco stasera.

Ma oggi si mette di mezzo lei. La luna. Placida, morbida e vincibile. Sì, vincibile. Di un'arrendevolezza che cerco di copiarle.

Mi guardano con gioia? Io sorrido. Fingono di non vedermi, mi usano, magari mi gettano improperi da ubriaco? Io sorrido. 

La luna sembra proprio così: nulla le importa, diceva qualcuno di speciale. Perché tutto le sta a cuore, aggiunge uno spiritello bambino. 

Ed è invincibile, proprio per questo: perché lascia vincere, sapendo che altro conta. Come stare in un luogo meraviglioso, placide e morbide, e farsi abbracciare dalla natura e da chi l'ha plasmata.

Il vento e ciò che aspettavamo

Le tapparelle tremano un poco, e ci diciamo che non è per l'attesa.

Sembra un filo di vento, uno di quelli che stenterebbe a farsi notare, se i pensieri  non fossero desiderosi di confusione.

Forse aspettavamo il vento, anche solo un filo di quelli che stentano a farsi notare.  O forse un sorriso, meglio da uno sconosciuto, perché non vorrà niente da noi.

Forse volevamo che un  regalo, spogliandosi della carta, si rivelasse un sogno, anche il più impossibile.

O forse volevamo aspettare e basta.

Ciò che aspettavamo, è il vento un regalo, un sorriso, un desiderio impossibile. O forse aspettavamo e basta.

giovedì 24 dicembre 2015

Lo smog dei pensieri

Mi chiedo a volte, chissà se tutto questo smog non venga anche, non venga soprattutto, dai nostri pensieri.

Notte e la notte più bella

Abbiamo attraversato tante notti meravigliose: perché mai questa ci sembra più bella?

Dopo un giorno di corsa, un  rito intenso, va bene, ma poi ci troviamo in un locale semivuoto, seppellito dalle urla dei bambini, perché tu non vuoi che io sia ancora più stanca.

Poi arriva una telefonata preziosa. Un'altra ancora. E tu hai una faccia da teppistello e mani da artista: come da sempre.

Anche questa notte, in fondo, è la stessa da tanti anni: cosparsa di luci, e di aspettative. I bimbi che si trovano qui oppure a casa, avranno un unico sogno.

Perché questa notte di Natale ci sembra la più bella? Perché lo è.

Notte e la notte più bella.

L'attesa con don Gnocchi

Quanto trafelata io arrivi, non importa. La messa degli alpini sta già riscaldando un'aria che in questi giorni vive di un calore innaturale: ha bisogno di carezze di realtà.

Un rito antico, sembra nuovo. Canti lontani che hanno accompagnato sofferenze e speranze, ora guardano proprio me.

E in questi istanti, nel parco pallido di emozione, sento la fede testarda di tanti alpini. Contemplano i gesti coraggiosi di don Carlo Gnocchi. Perché quanto coraggio ci vuole a combattere, per chi usa.E quanto coraggio ci vuole celebrare per anime come queste, pure e dilaniate.

L'attesa con don Gnocchi,cambia tutto.

io sono grata agli alpini, e al mio santo, perché il Natale aspetto davvero. Con loro.

Dialoghi reali - sei con me

- Comunque, anche questo Natale, dopo tanti anni hai me accanto a te.

- Che culo.

- Ehm… ma ti sembra un commento natalizio. Comunque, anch'io ho accanto te…

- Questa è una fortuna, proprio.

Sei con me. E mi fai sempre sorridere. Oltre ad aiutarmi con i dialoghi reali.


Buon Natale a chi si ama!

La coda è finita

Ma proprio la vigilia doveva accadere? Sullo smartphone lampeggia un avviso: la app del padiglione Giappone è finita.

Ma come, mi ero appena messa in coda, quindi da nove mesi. Stavo cominciando a capire qualcosa di Expo.

Che assurdità della vita.

La app è finita. La coda, pure. In ordine sparso via... Buon Natale.

Simple man - canzone per il giorno

Forse più pragmatica della voce di Let it be, la madre qui ricorda tutto ciò che seve.

Essere una persona semplice, perché tutto ciò che di cui si ha bisogno, è la propria anima.E non preoccuparsi, perché ci si troverà. Seguire il cuore e nient'altro.

Provare e provare, che funzioni o no.

Sopra, c'è qualcuno. E ci penserà se tu sarai un uomo semplice.

Simple man, Lynyrd Skynyrd, canzone per la notte.

mercoledì 23 dicembre 2015

Spirit in the sky- canzone per la notte

Non giriamoci tanto intorno: me ne andrò e cercheranno di mettermi a riposare. Ma figurarsi se anche questa volta potranno disporre di me, davvero.

Io sarò uno spirito nel cielo. Andrò a zonzo, con o senza meta.

Sì, e sono palle, che non ho mai peccato. Ma adesso mi sembra persino così.

Sarà perché ho un amico in Gesù.

Spirit in the sky, Doctor & the medics, o Norman Greenbaum before, canzone per la notte.


Notte e la scala dei nonni

Il destino mi ha tenuta legata in tutti questi anni alla scala dei nonni. Chissà perché proprio oggi devo andare in frantumi.

Un caro amico ha lo studio lì, nel palazzo dove da piccina andavo spesso. Mi arrampicavo sulle scale, più frequentemente prendevo l'angusto ascensore. Sopra, c'erano i nonni ad attendere, i giochi di carte, il flipper, profumi tenaci. E a Natale il rito dei pacchetti e del pranzo, che era ricco ma non invadente.

Oggi, esco dall'ufficio del mio amico e lo sguardo corre veloce quanto i ricordi. Finché si stinge di emozione.

Devo andarmene. Ma una volta fuori, mi inchiodo al marciapiede e guardo verso i balconi, le finestre delle stanze.

Credo che Natale, non tornerà mai più.

Ci vuole una canzone, ci vuole una preghiera più tardi per cogliere…

Io, quel Natale l'ho avuto. Ho avuto i miei nonni. Tanto amore, che nessuno mi potrà togliere. E che loro erano felici, non lo dimenticherò mai.

Quando sei felice un istante, forse lo sei per sempre. E sto già salendo con un sorriso, sulla scala dei nonni.

Notte e la scala dei nonni.

DIaloghi reali - Hai sentito

- Ma hai sentito quello che ho detto?

- Non è che non ho sentito. E' che non ho ascoltato.

Beata sincerità.

Eh già, che schifo i cani

Eh già - leggo furiosi commenti - che schifo i cani, nei supermercati e in ogni angolo di umana civiltà.

vuoi mettere gli umani. Come il mio vicino d'aereo, che si è mangiato le unghie tutto il viaggio. Anzi no: le ha sputate per terra.

Vuoi mettere l'umana civiltà. Non a caso, i cani sono nella stiva e gli umani in piena libertà.

martedì 22 dicembre 2015

La notte si è confusa

La notte si è confusa ed è rimasta a spiare i nostri sogni. Forse l'hanno annoiata, perché temo si sia addormentata.

Oppure voleva perdersi, come noi, più di noi.

La notte si è confusa e ha indossato una veste di luce, lasciandoci nei brividi.

No more lonely nights - canzone per la notte

Sai cosa può significare un'altra notte lontani. Può significare per sempre.

Ogni notte separati vuol dire proprio questo. Un buio da cui non uscire. Una luce che non puoi afferrare.

Allora basta notti solitarie. Chissà come devo gridare a un amico (se vuole ancora esserlo) di partire.

Adesso.

You're my guiding light

No more lonely nights, Paul McCartney, canzone per la notte.

Dialoghi reali - Francamente

- Tu aiutalo lo stesso.

- Sì, va bene. Ma adesso francamente…

- Me ne infischio.

- Quello era un altro dialogo reale.

Anzi, forse proprio questo. E in ogni circostanza.

C'è un tempo per cui partire

C'è un tempo, impeccabile e rigoroso, in cui non puoi muovere un passo, un dito, un gesto. In cui hai un sacco di doveri, o così ti dicono.

Ecco, questo è il tempo giusto per dire basta.

Questo è il tempo in cui, per cui partire.

Notte e mi sono persa l'inverno

Un uomo saggio mi racconta molte cose, poi mi dice: d'altro canto è il secondo giorno d'inverno.

Mi gela. 

Come, il secondo giorno d'inverno. 

Mi sono persa il primo. Io così attenta a scadenze, varchi, anniversari.

All'improvviso sento che mi hanno fregato persino qualcosa di terribile, l'inverno intero, ferendomi a morte.

Io non voglio perdermi nulla. Nemmeno l'inverno.

Notte e mi sono persa l'inverno.

lunedì 21 dicembre 2015

Grigio ancora

Il cielo grigio ancora, come i passi che non vuoi compiere. E stinta la volontà cerca ciò che può amare.

Finché non ti rimetti in cammino verso di te, grigio resta il cielo. E il suo sapore.

E poi c'è quel silenzio

E poi c'è quel silenzio, taci o ticchettio da ex dattilografa provetta. Prova a scrivere sottovoce.

Forse, sentiresti persino il battito del suo cuore o i sogni del suo respiro.

Come una vampata di freddo nell'aria, ti rincorre. Ma senza fare rumore…

E poi c'è quel silenzio. Che ti rende libera.

Notte e ciò che serve

Quanto puoi dare? A che cosa serve? Tutti ottimi interrogativi, quando si tratta di sopravvivere. Ma in fondo, non cerchiamo tutti di sopravvivere?

Sono tormentata dal pragmatismo di questi interrogativi.

Ciò che serve, fa bene. Ma non è ciò che fa bene, serve di più?

Io voglio scrollare via queste regole dalla mia pelle, perché le levano respiro. Volevo solo rendere felice qualcuno, e adesso mi dicono che questo non vale.

Ciò che fa bene, serve. Il resto, ci rende solo creature lontane da chi ci ha creato, in un meccanismo che ci leva il respiro.

Notte e ciò che serve.

Love's a loaded gun - canzone per la notte

L'amore è un'arma che non puoi disinnescare. Non ti sfiora nemmeno il pensiero. Ti rifileranno maldicenze, dubbi, ostacoli, specialmente se all'amore preferiscono l'invidia.

Ma che importa, quando cammini nella notte e non possono ferirti davvero.

L'amore è una pistola carica. Ma scusa, Alice Cooper, se preferisco contraddirti con i Kiss, memore di un concerto tanti anni fa: non fa mai male, quando è vero.

Love's a loaded gun, Alice Cooper, canzone per la notte.

Lello e so cos'è amare

Lello, ti ho conosciuto d'estate e non sapevo individuare dove si posasse la parola amore. I volontari del canile che per ore ti tenevano in braccio, per fare le flebo o cercare di nutrirti. Oppure tu, tu solo che pazientavi, mai ti lagnavi e ti sforzavi forse per ripagare di tante cure. O un confine non c'era, perché l'amore attraversa ogni luogo, ogni cuore che comunica con gli altri.

Magrolino, quante lacrime vedendo le aggressioni della tua malattia. Che non molla, ma adesso sembri un principino. Hai messo su un po' di ciccetta, il tuo pelo è rifiorito e il tuo muso cerca e dona baci con uguale armonia.

Ieri mattina ti ho visto così bello e silenzioso, mentre le due nuove mammine deliziose lottavano gioiosamente per un biscotto. Ed era uno strano contrasto, quella tua muta riflessione, quel tuo ritrarti. Avevi mangiato poco, forse nulla, mi dicevano e hai accettato un pezzettino di biscotto. Forse perché pensavi fosse un bacio.

Perché tu mi sembri così, Lello. Un incontro di emozioni, di lezioni, di orgoglio e tenerezza mischiate senza combattersi.

Quando guardo te, so cos'è amare. E vorrei tanto che tu avessi il dono più strepitoso: una casa tutta per te. Farebbe felice te, e tutti coloro che ti amano. Non c'è confine, Lello caro tu lo sai, quando si posa la parola amore.


domenica 20 dicembre 2015

C'è il momento in cui scivola la notte

C'è il momento in cui scivola la notte, come un lenzuolo frettoloso.

E non sai più riprenderlo, forse troppo leggero per unirsi a una sostanza pesante come una creatura, che nella notte talvolta cerca ancora riparo.

Notte e non voglio più avere a che fare

Non mi sono potuta fermare quanto volevo, ma rifarei ogni strada di oggi cento volte. Rivivrei ogni istante condiviso e per ciascuno sono grata.

Ci siamo incontrati non per la formalità di auguri o esibirci con una foto su Facebook. Ma perché ci vogliamo bene. E anche solo parlarne mi suona un po' sciocco.

Più forte solo la voglia di esprimere riconoscenza. E ricordarmi ciò con cui non voglio avere più a che fare.

Adulti maldestramente vestiti di adolescenza, delirio social che mira a diventare l'unica realtà, luccichii per coprire il buio dentro, veleni riversati su di te da chi ascolta solo se stesso, progetti fatti nascere tutti insieme perché se ne beino pochi, usando gli altri come si può.

Oh no, ho già dedicato troppo tempo a un elenco che sembra non finire mai.

Ma mai abbastanza a coloro che con le loro luci e le loro ombre attraversano la mia vita, portando la bellezza di se stessi e sopportando il vuoto mio.

Ci sono molte cose che non sopporto più. Ma molte di più che mi rendono felice.

Notte e non voglio più avere a che fare.

Musetto e ti frega il nome

Il moscerino ronza poco coordinato, fino a cascare nel bicchiere. Un velo di vino lo avvolge e corro in aiuto, sollevandolo con il bordo della forchetta.

Sarà troppo tardi? No, riprende a volare con grazia. Forse anche un po' brillo, dalla prima, bizzarra curva.

Che senso ha salvare un noioso moscerino da un tuffo nell'alcol? A parte che noiosi, molto di più, sappiamo essere noi, direi che c'è un ulteriore motivo.

Qualcosa mi suggerisce che quello si chiamasse Musetto. E quando incontri qualcuno con un nome, non puoi sfuggire ai suoi dolori. Né alle tue responsabilità.

http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/chi-ha-bisogno-di-willy-ebook.html

In balìa di tutti

Siamo in balìa di tutti, senza protezione. In ogni mondo, persino quello virtuale, più vero di noi talvolta.

Siamo in balìa di tutti. Di noi stessi, forse persino di più.

Capolavoro a fianco

Sei nata centocinque anni fa. Il tuo compleanno oggi nell'aria non troppo gelida, all'ombra della foto con il tuo sorriso, ha il sapore di un vezzo.

Sempre a fianco dell'artista, impegnato a realizzare meraviglie: e ciascuna aspirava a essere capolavoro. Ma poi, Angelo Bottigelli guardava te e chinava il capo: il Signore aveva creato ciò che lui non poteva eguagliare. Così la sua poesia si scioglieva in preghiera.

Buon compleanno in cielo, Antonietta.

sabato 19 dicembre 2015

Se davvero non ci siete

Un tempo era tutto più semplice, perché c'erano solo loro. Così mi dice una persona cara.

Loro da andare a trovare la vigilia e vedo già la porta che si apre per far correre fuori un sorriso ad accogliere. Luci accese senza strafare, un pacchetto, una chiacchierata senza ansie (che cosa dovrò fare dopo). E tu che prima guidavi la visita, poi eri a casa ad attendere con un velo di tristezza sul tuo bel viso. Finché tornavo.

Adesso non ci siete più, tanti di voi obbligo di visita natalizia, e mi sembra di dover girare il doppio, senza una meta.

Se davvero non ci siete più, neanche dietro una stella, ditemelo che mi fermo. O allungatemi una carezza, anche senza una parola, per poter continuare a viaggiare senza una meta apparente.

Perché ti guardano

C'è chi ti guarda per giudicarti, chi perché non ha niente di meglio da fare. E chi perché ama scoprire, perché vuole cercare il bello dove si nasconde. Dove si fa più fatica.

Perché ti guardano, in fondo non è importante. Non davvero. Conta, perché guardi tu.

Notte e non c'è polvere

Ci sono polveri sottili, e polveri più pesanti, che si aggrappano all'organo più delicato: il cuore.

Respiri male tu, figurarsi i tuoi sogni. E la voglia di cambiare, quella di non far(si) male, di amare e basta, senza farsi intrappolare nei giudizi.

Tutta questa polvere ci soffoca. Finché compare un battito di ali, che sia nostro o di qualcuno più in alto, che importa. Basta quel battito di ali per liberarci.

Sto già respirando, il tuo profumo.

Notte e non c'è polvere.

Chissà dove sono finiti gli anni Settanta

Chissà dove sono finiti gli anni Settanta. Facevano tanto rumore, eppure adesso regna questo orribile silenzio, oppure vociare confuso che è la medesima cosa.

Puzzavano di fumo e ci sembravano intrisi di contrasti: venite a raccontarcelo ora. Ognuno sparava la cavolata di turno, e a volte purtroppo si sparava altro.

Eppure c'era qualcosa che non riavremo mai più: quella folle idea che sarebbe cambiato il mondo.

quella folle idea che si sarebbe cambiato il mondo.

Chissà dove sono finiti gli anni Settanta. E come hanno fatto a sprofondare senza farsi notare. Senza farcelo notare.

No che non vale la pena

No che non vale la pena sforzarsi di fare del bene nonostante le proprie mancanze.

Per questo è bello farlo: sforzarsi, cadere, rialzarsi e non importa quanto si rimanga a terra.

venerdì 18 dicembre 2015

In punta di piedi

In punta di piedi tra sogni e dolori. La Parola mi svela la sorpresa di due donne rassegnate e lo choc gioioso di Zaccaria.

Ci sarà un bambino che cambierà tutto. E un altro ancora, finché non ci sarà più bisogno di cambiare.

Anche nel buio mi sembra quindi possibile alzarmi e provare a camminare. 

In punta di piedi tra sogni e dolori.

Dialoghi reali - colpa e soluzioni

- Mi potresti sistemare questo? C'è un errore, ma è colpa mia.

- Facciamolo. Non importa cercare le colpe, ma le soluzioni.

Mi inchino.

Notte e la casa vicina

La casa, lontana, mi ha insegnato tanto. Il suo profumo stupendo, il calore di un abbraccio, la sofferenza di non arrivare mai in tempo o così ti sembra. Tutto ciò che fai più fatica a raggiungere, diventa un piccolo grande sogno.

E quando la sento distante, e quando sono frenata da sciocchezze, soffro. Ma lei alza la voce con dolcezza, anche se non la merito. C'è chi ha la casa a portata di abbraccio e non le fa caso, preferendo spingere i desideri lontano.

Il mio desiderio mi porta a te, casa lontana e così vicina.

Notte e la casa vicina.

Il regime (siamo noi)

Un tempo si poteva dire qualcosa. Qualsiasi cosa. E dopo essersi scontrati, si era amici per sempre.

Adesso, non si può più dire nulla, senza essere sbranati e rimanere a contemplare i propri brandelli, messi a nudo dai perbenisti per primi.

un tempo si litigava per crescere. Ora per condannarsi.

Ed è vero, immagino, che ci sia un regime.

Il regime siamo noi.

giovedì 17 dicembre 2015

La vita così

A volte la vita, sgualcita, impolverata, calpestata, abusata, soffocata, scossa e macilenta...

Mi sembra così bella da impazzire. 

Perché uno sbaglia

Abbiamo sempre una marea di ricette mischiate a critiche per quando gli altri sbagliano. Ma fermarsi anche a chiedere: perché uno sbaglia?

Perché non lo sa, perché non gli hanno insegnato questo, perché se n'è fregato, perché si è intestardito, perché è cattivo e basta.

E poi avere il coraggio di scegliere con cupa determinazione uno di questi perché. Pensando che qualcuno potrebbe accostarlo senza pietà a noi. Oppure neanche porsi maldestri perché, condannandoci e basta.

Esultare per Mourinho (che pena)

Ciao, sono una piccola romanista. Mourinho mi sta solennemente sul piloro, per dovere di cronaca, come tutti coloro che hanno alzato i toni - non solo le coppe - su questo pianeta dissestato di nome calcio.

E adesso mi sento in stupido di dovere di dire qualcosa.

Esultare per l'esonero di Mourinho in lungo e largo mi sembra un tantino da pirla, che pena. O meglio, visto che sono una ragazza educata: da falliti.

Notte e non ho fretta

Tutto consumato così rapidamente, per rimanere senza sapore. A me capitano fortune, come quella di gustare la luna senza che io me la sia guadagnata. O incontrare persone che non mi chiedono niente e sentono nulla di darmi, che paradosso.

E se il resto del mondo corre per una tribunetta, lo faccia pure. Non ho fretta. Non ho alcuna voglia di correre. Preferisco fermarmi e voler bene, come posso, nella mia povertà.

Notte e non ho fretta.

Dialoghi reali - Mi vuoi bene

- Mi vuoi bene?

Commossa dalla domanda, mi lancio: certo, e tu?

- Sì. Però…

- Però cosa?

- Niente. Però.

Però.

Devo essermi rimessa a correre

Devo essermi rimessa a correre, contro ogni sospetto, se mi sento così smarrita. Devo aver pigiato l'acceleratore, se mi trovo schizzata e inarrestabile.

Invece, è così bello fermarsi, anche solo per sbirciare attorno. Forse per sbirciare dentro.

Devo essermi rimessa a correre ed è bene che io smetta, subito.

mercoledì 16 dicembre 2015

Notte e se tutto scorre

Sì, lo so che tutto scorre. E chi metterebbe in discussione che non siamo mai uguali, né noi né ciò che osserviamo, viviamo, divoriamo, sentiamo.

Eppure c'è un momento in cui mi fermo e guardo questo spicchio di luna e provo una strana sicurezza. Quella di una ragionevole fissità, come se fossi sempre la stessa Malu che osserva e  lei la medesima paziente luna.

Un puntino e una regina, comunque piccola rispetto all'universo, che si scambiano occhiate e sentono di esistere.

Se tutto scorre, perché ci rafforziamo con questo sguardo, da sempre.

Notte e se tutto scorre.

Ci incontriamo

Ci incontriamo, ci lasciamo, con la stessa banale casualità.

Eppure basta un viaggio, un rumore, un aroma impreciso, a ricordarci che abbiamo trascorso un tratto di tempo o spazio insieme. E a non separarci mai.

Il canto testardo dei bimbi

La notte passata ho rivissuto il canto testardo dei bimbi a Edimburgo. Di una cocciutaggine dolcissima, che risuonava fra le note.

Ma loro lì, tra passanti di fretta, che pur non potevano sfuggire alla commozione.

Canti natalizi e divise immacolate, mentre il mondo fuori strilla di ansia, pericolo, controlli, sicurezza.

Il canto testardo dei bimbi, nostro specchio residuo di libertà.

La Scozia, che mi ha portato a te

Molti mi chiedono perché io mi sia innamorata della Scozia, dei suoi laghi, della sua natura abbracciata alla storia, della sua ritrosia che pur è calore e amicizia per una strana alchimia.

Me lo sono domandata a lungo, anche io. E non mi sono data risposte certe e immutabili, ma forse una mi ha sfiorata.

Perché nella Scozia ho cercato ciò che non potevo ammettere da bimba e ragazzina, ribelle per contratto. I nostri laghi, i nostri fiumi, la natura abbracciata alla storia, la ritrosia che riesce a esprimersi in calore e amicizia per una strana alchimia.

Il mio andirivieni tra Lombardia e Piemonte, dovevo sconfessarlo in qualche modo e in realtà amarlo, quasi disperatamente. E adesso adoro la Scozia, adoro il mio lago Maggiore e spingo il mio amore verso altri laghi, grandi e minuscoli. Cavalco le colline piemontesi con i miei sogni smussati, vi ho intinto il mio libro e respiro giornate di primavera come questa dicembrina e altre nella nebbia o sotto una pioggia così scozzese.

La Scozia, la amo ancora di più. Perche mi ha riportato a te.

http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/chi-ha-bisogno-di-willy-ebook.html



Cercherò di capirti

Cercherò di capirti, così mi scrive un amico. Se possibile, sostenerti, aggiunge.

Parole che però aggiunta non sono, ma abbracciano le prime. È il termine più magico, cercare. Vedo una persona che si ferma, si siede di fronte a te, ti scruta non per giudicarti, bensì per trovare un punto di incontro. Per uscire da sé e accedere al tuo mondo.

Mondo contorto, ma ci prova e non importa se ci comprenderemo o meno. Vorrei essere brava come lui.

Cercherò di capirti: basta questo per poter essere felici.

martedì 15 dicembre 2015

Oggi è il giorno

oggi è il giorno in cui ho preso una decisione. Oggi è il giorno in cui non si vede ancora.

E più potente è la felicità, perché rimiro quella decisione, io sola, prima di farla sbocciare alla luce di un mondo che mio forse non è .

Notte e le tue paure

Le tue paure, non puoi gridarle, quando ti ricordi bene il minimo sussurrarle e le reazioni di derisione. Le tieni dentro di te, eppure a volte scivolano fuori. O forse corrono verso qualcuno, perché chiedono aiuto.

Non sai nemmeno se ti appartengano o abbiano una propria autonomia. Tuttavia, sei quasi grato quando escono. A loro, a te stessa, a chi non ha riso o almeno ci ha provato.

E torni in strada più forte, non meno paurosa.

Notte e le tue paure.

All night long - canzone per la notte

Sono preziose persone simili, che non sono venute soltanto per assistere allo show. Non si può urlare, nemmeno sussurrare forse. Ma vogliono essere parte integrante di te, e forse ribalteranno anche questa sorte.

Basta che sia tutta notte, e magari tutta la vita. Perché la vita scorre al buio. Ma non quando c'è qualcuno disposto a mettersi in gioco con te.

All night long, Rainbow, canzone per la notte.

A king in the queen's land

I met a king coming from the queen's land. Do you know Islay? Now I'm looking forward to going there.

In a dark or too shining night in Edinburgh this king appeared in a glass. Its name sounds like that of a warrior and he is.

Smokehead. Rough enough to cure you. Powerful 'cause he doesn't want to conquer you. He's healing you like a ballad played from a rocker, not a rockstar.

And you think: what asks for courage in life? Dancing, not fighting.

Ho incontrato un re che proviene dalla terra della regina. Conoscete Islay? Io non vedo l'ora di andarci.

In una notte a Edimburgo, buia o troppo luminosa, questo re comparve in un bicchiere. Il suo nome assomiglia a quello di un guerriero e lo è.

Smokehead. Ruvido abbastanza da curarti. Potente perché non vuole conquistarvi. Guarisce, come una ballata suonata da un rocker, non una rockstar.

E pensi: che cosa richiede coraggio, nella vita? Ballare, non combattere.


lunedì 14 dicembre 2015

Non sono una brava persona

Non sono una brava persona, ma c'è qualcosa che mi riesce meglio.

Provare a esserlo. 

Notte e la città della luce

Devo ancora decidere se tu Edimburgo, capace di giocare a lungo a fare l'oscura, mi piace così, agghindata di luce.
Forse è un paradosso e non so nemmeno se sia di buon gusto.
Ti colori di luci, metti la musica e tra le mura robuste e antiche urli il tuo Natale in questa maniera così sgargiante.
Ma chi sono io, per incatenarti a storie che sussurrano o gridano di dolore, quando tanto dolore sembra vincere al mondo. Se vuoi essere città della luce, io ballerò con te.
Notte e sii città della luce.

Così, grata

Così si respira pioggia morbida e le luci guardano, un po' così.

Timide e ti chiedi perché sembrino quasi grate, quando grazie dovresti dire tu, all'infinito, come in una canzone

Bacio Edimburgo 

sabato 12 dicembre 2015

Casa

Torno a casa. Lascio casa. Mi sento divisa, tra ciò che non posso accarezzare per qualche giorno e ciò che sfioro, ancora.

Cos'è, casa. Dove appartieni. E se è più di un posto, ammettiamo che sia un bel casino. Perché questo disegna, nel cielo: non essere mai a casa, o esserlo sempre, a seconda di quando ti dai coraggio.

In inglese è più

Tutto questo sproloquiare in inglese, perché.

Perché in inglese, è più figo.

Ma in inglese - lingua che adoro - è più distante. Soprattutto da me.

Stop being clever, Mr. Alice Cooper

Please, Mr. Alice Cooper. Stop making me smile while posting a picture, a sentence or a video.

In one word stop being clever, Mr. Alice Cooper.

You delight me.

L'amore basta

Ascolto la poetessa d'amore, che sa più di me. Ma chissà in quale universo vivo io.

Perché quando ti ho accolto, come dono inatteso e immeritato, non mi sono sentita sazia.

Ho amato, ancora di più.

Te. E il mondo, da cui provieni, da cui io mi sentivo staccata.

Hai troppo

Hai troppo, quando non lo sai ritrovare. Quando lo lasci cadere dalle mani, tanto ne prenderai di altri. Quando lo dimentichi per lunga trascuratezza.

E quando hai troppo, meglio tornare a te, per non farti fare la stessa fine.

Ascoltare gli altri

Ascoltare gli altri, per vivere. Ascoltare gli altri, per imparare. Ascoltare gli altri, per illudersi. Ascoltare, per cadere.

Ascoltare gli altri, non si dice, non si sventola, non si proclama.

Si fa. Si prova.

venerdì 11 dicembre 2015

Quando ancora tutto scuro

È quando ancora tutto resiste nell'oscurità che ti devo cercare. Quando ancora tutto buio che ho una minima chance di  trovare la luce.

Quando tutto sembra uguale, si insinua la differenza e intravedi una possibilità.

Quello che fai grazie alla tua Amica

Ci sono cose che proprio non riesco a fare. Vacillo, brontolo, mi ritraggo. Poi arriva una tua Amica e ti dice: fallo, anche per me.

E ti travolge la mente un'onda di ricordi ed emozioni. Lei c'è sempre stata, anche quando era scomodo, pazzescamente scomodo starti accanto. Anche quando altri ti hanno abbandonato, fingendo che fossi tu ad andartene e ignorando quanto male ti avessero procurato nel frattempo. Anche quando tu ti osservavi malconcia e proprio non potevi pensare che c'era qualcuno deciso a starti accanto.

Ma lei era tra i pochi che accanto a te resistevano.

E quando dice: fallo anche per me. Tu sai cosa significhi, veramente.

Tu sai che lo fai anche per lei. Ma soprattutto, lo fai grazie a lei.

Perché taggare

Ma se io non esisto, fuori da questo calderone virtuale. Se non ti sei mai chiesto come io stia, e nemmeno l'hai domandato per fredda cortesia o dovere di cronaca.

Se non hai mezza idea di cosa io stia facendo, cosa mi renda felice, e cosa mi stia ferendo in modo indelebile.

se tutto questo e più, io mi chiedo.


Ti chiedo, perché mi vuoi taggare, in una conta che ci toglie il volto.


Notte e ho spazio

Nella mia atavica confusione, pensavo di non avere più tempo per tutto. La peggiore punizione per chi nel tempo non crede.

Poi, ho percepito che si tratta di altro. Si tratta di spazio. Le porte si aprono, ma si devono chiudere. Le porte sono sbloccate, ma si devono riaprire. Ogni creatura che entra, un posto, per sempre o provvisorio, cerca. Ecco perché non si può far entrare ciascuno in ogni momento, per non lasciarlo solo o inaccudito. Io arriverò anche a te, quando riuscirò a mettere ordine. A trovare nuovo spazio.

Forse anche ora.

Notte e ho spazio.

Amicizia in cucina - dialoghi reali

- Ciao che cosa stai facendo?

- Una torta salata.

- Che bello? Me ne porti un po'.

 - Assolutamente no, è per il pranzo oggi.

L'amicizia non ti serve false promesse.

Credo che sarò sgradevole

Credo che sarò sgradevole, ancora, e mi sottrarrò ai placidi "i like".  Non indosserò i colori di moda e non seguirò il flusso del pensiero collettivo.

Volerò lontano dalle aggressioni verbali, lancinanti quanto quelle armate. E lascerò chi ama scannarsi.

A me, fa schifo. Se mi fai male, non ti graffio a mia volta: me ne vado. C'è sempre un posto in cui rifugiarsi, fosse anche il cuore.

Credo che sarò sgradevole, più ancora di adesso, fino allo sfinimento. E libera. E oltre.

giovedì 10 dicembre 2015

Tutto quello che potevo

Ho radunato spezzoni di forze e tentativi di capire dove devo andare, per rendere più felici alcune persone . O rendere meno infelici, mi sussurra il buonsenso.

Ma se dovessi credere a quest'ultimo penserei che non ho fatto tutto ciò che potevo.

Invece, non è così. Ho fatto tutto quello che potevo: ci ho provato almeno e questo è il vero tutto, quello che mi fa stare tranquilla nonostante le falle della mia strada.

Tutto quello che potevo. E adesso non mi osservo, ma riposo un po'.

Notte e quanto siamo assurdi

Sì, la smetterò Alice Cooper. Ma questa montagna di assurdità, che siamo, viene fotografa così splendidamente da te.

Siamo assurdi. Aggrappati a cavolate, quando affondiamo o quando splendiamo. Ancora incapaci di capire quanto siamo di passaggio. Ancora incapace di evitare di attaccarci a cose più di passaggio di noi. E attaccati ai social per essere asociali.

Quanto siamo assurdi. Roba da prenderci a calci. Oppure da prelevarci con delicatezza e coccolarci finché ci addormentiamo. Perché meritiamo compassione, se non affetto.

Notte e quanto siamo assurdi (da amare)

Quando finirà questa nebbia

Quando finirà questa nebbia, avremo ritrovato la strada. O un'altra scusa per perderla.

In meno di un istante

Ti fermi, non riesci, ti perdi, ti afferri a qualcosa, ti capisci e ancora smarrisci chi sei, fino alla prossima volta.

In meno di un istante, tanto si può decidere, tutto ti sfugge.

Stranieri sono diventati

Stranieri (ti) sono diventati coloro che, in preda alla loro canzone puntellata di "io", non hanno mai avuto la voglia, forza o compassione di buttarci dentro un: ma tu?

mercoledì 9 dicembre 2015

Grigio o mi sorriderai

Chissà se sarai ancora grigio, o mi sorriderai, cielo cocciuto ma mai indisponente.

Facciamo così: anche se tu indossassi il tuo abito più malinconico o deprimente, io sorriderò per te.

Riconoscersi

Cucciola, entriamo nel bar e tu abbai furiosamente. Io non capisco perché questo insolito atteggiamento, finché non vedo che ti accanisci contro lo specchio lontano. Ti accompagno vicino e ti scherzo un po': ma non vedi che sei tu?

Tu, indecisa, sembri quasi annuire, fare resistenza, ancora un poco, forse per orgoglio. E noi, arroganti umani, ridiamo.

Ma tu, non ti sei riconosciuta allo specchio.

Io, ai miei occhi, non mi riconosco quasi mai.

Notte e Beniamino ne sa di più

Ho tanto cercato Beniamino, che l'ho perso. Questo piccolo che in realtà decide molto della storia "Chi ha bisogno di Willy"' oggi è comparso con forza davanti a me. Era in un parco, non lontano dal lago rosato, e si stava gustando una meritata merenda.

Sì, l'evento organizzato dalla sensibilità di Claudia Taibez a Cernobbio mi ha portato in una favola, così reale: bambini e adulti, che ascoltavano, ridevano, stavano attenti, si addentravano nel bosco con l'aiuto di una fata. Willy osservava in disparte e l'ho visto commosso una volta sola: quando una signora spiegava alla sua bimba chi era don Carlo Gnocchi.

Ma Beniamino no. Stava tra gli altri bambini e mi sembrava di vederlo annuire. Che è questo, lo strano, con i bambini: loro ne sanno sempre di più.

Notte e Beniamino ne sa di più.
http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/chi-ha-bisogno-di-willy-ebook.html

Perché sono più forte di te

Forse ho capito, perché sono più forte di te. Perché non mi importa, non mi importa neanche. Ne prendo nota, distrattamente, mentre tu ti metti sul piedistallo e giudichi me, come tanti altri.

E dopo averlo scritto qui, in un cassetto chiuso in fretta, mi pento. Perché sono più forte di te e non mi importa.

martedì 8 dicembre 2015

Notte e la nebbia ti ricorda

La nebbia sembra toglierti tutto e ti fa dimenticare che esisti. Ma non è così, davvero. Quando sei perso, molti pensieri ti avvolgono e ti scaldano.


Quando macini chilometri e non frega niente a quasi nessuno di quelli che fingono soltanto di essere intorno, la nebbia serve a ricordarti…

Dove vai, davvero, dipende da te, non dalle strade.

E chi ti aspetta, ti aspetta sul serio.

Chi crede che tu sia importante, nonostante i tuoi limiti.

E da dove ti devi allontanare, al più presto.

La nebbia in fondo è amica, perché ti ricorda ciò che tu prima non osavi. Manda in fuga l'ipocrisia.

Notte e la nebbia ti ricorda.

Sono stata persino più socievole

Penso che sono stata persino più socievole. Mi sono fermata a parlare, non solo ad ascoltare. Ho infilato qualcosa che sembrava di moda e ho condiviso sinceri commenti sul tempo.

Forse mi è rimasta addosso qualche briciola di commenti sugli altri. Avete presenti le vite degli altri? Quelle che non vorreste o non osereste mai indossare voi? Noi, scusate.

Pensa che sono stata persino più socievole. Prima di occuparmi delle ombre mie.

La danza

Il parco incastonato in un cielo blu mi riconduce alle foglie. Le ultime che si staccano dai rami, con un fruscio come un sospiro.

Lo ascoltiamo insieme e ci ruba gli occhi a lungo. Quella strana danza, vibrazione di un respiro, della voglia di arrampicarsi fino a quel cielo blu. E forse riusciranno davvero le foglie, a danzare fino a lassù.