Sotto il cielo di Verona e sulle orme della sua storia, io
stavo vivendo l’ultimo concerto. Dopo aver condiviso quel luogo così simbolico
del mio Paese con i miei Kiss, dopo aver persino ballato “I was made for lovin’
you” (che da brava canzone al top delle vendite è quella che mi piace meno) con
i primi brividi della notte, dopo aver ripetuto ogni sillaba con gli amici in
una folla anonima, ho detto: appendo la chitarra al chiodo. Non potrò più provare sensazioni simili.
In quella stessa notte c’erano bagliori di profezia. Pochi
mesi dopo, avrei perso una colonna della mia vita e la musica avrebbe perso volume e consistenza.
Non so se sia stato il mio ultimo concerto. A distanza di
anni, qualche volta provo un fremito felino e sogno di andare a vedere questo o
quest’altro. I Kiss no… perché non sopporterei di stare con loro in un
palazzetto sfilacciato, quando avevamo il cielo di Verona sopra di noi.
Ma la mia sorellina greca mi ripeteva, da ragazzina: mai e
sempre non esistono.
Chissà se è stato l’ultimo concerto per me, quel maggio
2008.
Intanto la musica mi ha medicata molto, e sempre mi medicherà. Per questo amo condividerla con chi amo.
Nessun commento:
Posta un commento