Confesso di non aver mai amato i forestieri, ma prima di etichettarmi sappiate: non a casa mia, e non tutti. Vado matta per le persone che vengono da lontano e mi insegnano tanto tra le mie incerte mura.
Ma sopporto meno i forestieri in vacanza, quelli che arrivano carichi di arroganza, criticano tutto, insozzano terra e aria di rifiuti e parole: le seconde spesso peggiori dei primi.
Un luogo che non è casa, secondo me va visitato quasi come una chiesa. Con intensità, rispetto, buoni propositi. Quelli che viaggiano per portare il loro superbo verbo, mi stanno sul piloro. E quando li senti criticare, ti chiedi perché non stiano nel loro rassicurante angolo, probabilmente zeppo di specchi.
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