Che cosa significa essere ribelli? Borbottare sempre alle spalle? Portarsi cucita sul petto la verità e insegnarla?
Ribelli significa essere se stessi, o almeno provarci. Io ci voglio credere, mentre canto questo motivo dal titolo infinito. Diciamo che mi ha anche costretta Arguta Paffuta, scandalizzata dalle mie annotazioni storico-psicologiche sugli Europe. Ma siccome sono ribelle, scrivo soprattutto perché questa canzone mi conduce a condividere l'urlo di Paul Stanley.
Sono soddisfatta. Non per ciò che possiedo, ma per come ci sono arrivata. Non perché come mi fanno apparire, ma perché come sono, con tutte le mie lentiggini sull'anima.
Avete capito che stasera mi sento molto ribelle e voglio dare la colpa alla pioggia, da irresponsabile umana. Ma mi ritrovo anche sul sentiero di Paul, io che non sono una rockstar. Anch'io a volte presto giuramento di fedeltà allo stato del rock and roll, perché frugando nella musica trovo energie preziose. Anch'io sento di aver dato il mio sangue, la mia anima (senza averla venduta), di aver tenuto duro e di aver fallito molto, senza vergognarmene.
I've been a rebel for all my life
I never cared about regulations
I only went for the things I liked
And my guitar was my inspiration
Soprattutto, mi sento una ribelle perché delle regole non mi è mai fregato, a meno che violarle fosse stato dannoso per gli altri. Per questo sono un'imbecille che cerca di rispettare i limiti, in questo Paese. Ma se una folla sta belando che c'è una nuova regola, mi rifugio a pascolare da sola.
Così è, Arguta. Non siamo brave, né migliori. Non teniamo banco nei salotti, dove peraltro non sapremmo in che punto posare i nostri strumenti.
Abbiamo da tempo giurato fedeltà allo stato del rock and roll. E ci facciamo sentire, come cavolo vogliamo noi. Oh sì, siamo soddisfatte: per questo, sempre cerchiamo.
I pledge allegiance to the state of rock and roll, Kiss, canzone per la notte.
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