Così legge una poesia di Angelo Castiglioni. Cita l'anno e lo dice anche solo per farci annuire di presagio. La guerra, la deportazione. Natale nel carcere di Monza. Il peggio che deve ancora accadere, nonostante sia terribile quel Natale dietro le sbarre, senza aver compiuto niente di male.
Il lager. I bambini, l'orrore, il sacrificio, la generosità, la marcia della morte.
Più tardi. Ora c'è Natale, una stella e un'unghia del dito che traccia una speranza.
La libertà.
Notte cercando la libertà.
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