C'è un altro figlio che aspetta - apprendo - e la madre non vede l'ora di abbracciarlo. Di fronte a un moto di dolce gelosia di colei che ha vicino, spiega con tenerezza: non lo vedo da una settimana, mentre ho goduto di te in questi giorni.
Questo pensiero smorza tutto, ma non come la visione che ho poco dopo: le due donne si tengono per mano. Mi viene da chiudere gli occhi e vederle nella stessa posa, trenta, quarant'anni fa. La madre sicura che guida la bimba, la richiama perché non si faccia prendere dalla foga, perché non si perda…
Chi guida, nella notte dei timori e delle incertezze, delle ansie e dell'amore. Un tempo la madre, oggi la figlia. Eppure quella stretta mi dice che entrambe stanno tracciando la direzione a modo loro, i piani del tempo scomposti e intrecciati come quelle dita. Che non ci si può perdere.
Notte e non ci si può perdere.
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