sabato 7 luglio 2012

Il pino Philippe

E' rimasto dieci anni con me, l'ho innaffiato tanto e forse troppo. Oggi contemplavo il suo successore e sussurravo - mica che si offenda e si schianti pure lui - pensierosa: chissà come ha fatto a sopportarmi.


Ha resistito alle mie intemperie, ha sopportato le mie assenze, ha finto di non accorgersi quando ero distratta e l'acqua scivolava per terra. Il pino Philippe è stato un mito, indiscusso. 

Ciò di cui non mi accorgevo io, era che lui apparteneva a un'altra dimensione. Tollerava tutto, ma aveva fame di cielo. Lentamente si incurvava sotto il soffitto del balcone, per frugare verso la luce diretta. Lui quello voleva, respirare senza nulla sul capo.

Ed è stata l'unica ragione per cui decidersi a salutarmi.

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