Nello scambio di serene punzecchiature, ritrovo questa sensazione: ciascuno è geloso del suo lago. E a volte della sua sponda. Sul lago Maggiore, ammetto di vivere la competizione dal punto di vista piemontese. Ne sono punita, perché ammetto che la visione del lago dalle mie città, dai miei villaggi sarebbe privata di uno dei fiori più belli, senza la rocca d'Angera.
Ma ovunque io vada, trovo un lago così diverso, pur mantenendo legami silenziosi, quasi inconfessabili, con i suoi "fratelli".
Perché ciascuno è geloso del suo lago; vi è cresciuto, si è ritrovato, si è specchiato quando voleva essere qualcuno e quando l'ha rifatto, notando un volto che non conosceva.
Nessun commento:
Posta un commento