Una delle mie canzoni preferite bisticciava con la puntina del giradischi e un suo verso inciampava. Un sussulto, o singhiozzo, a cui ormai ero abituata.
Tanto che se ascoltavo la medesima canzone alla radio, ero spaesata quando scivolava via senza una piega.
Così giocano le parole dentro di me. Il disco si incantava, o forse era un disco incantato.
Come quello che appare un difetto agli inconsapevoli, in realtà può essere una magia.
Appunti di Viaggio di Marilena Lualdi Tra natura, dubbi e musica (Nature, music and doubts) (Questo sito si serve dei cookie per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'uso dei cookie)
sabato 31 agosto 2019
giovedì 29 agosto 2019
Le macchie delle lacrime
Le lacrime lasciano certe macchie, che non vogliono lasciare la presa. Neanche il fantasma di Canterville saprebbe perpetuarle così.
Le lacrime lasciano certe macchie che divorano. E non poteva essere che Alice Cooper a farmelo scoprire. Perché l’apparenza ti aiuta a ribaltare quello che credi.
http://neicassettidimalu.blogspot.com/2018/11/potrei-essere-su-marte-canzone-per-la.html
Le lacrime lasciano certe macchie che divorano. E non poteva essere che Alice Cooper a farmelo scoprire. Perché l’apparenza ti aiuta a ribaltare quello che credi.
http://neicassettidimalu.blogspot.com/2018/11/potrei-essere-su-marte-canzone-per-la.html
mercoledì 28 agosto 2019
Cercando la Magna Carta
Cinque anni fa ero qui, a Dundee. Il referendum per l’indipendenza scozzese dall’Inghilterra. Proprio in una delle città che aveva votato sì.
Quelle tre bandiere - scozzese, britannica, europea - rubavano la scena al cielo scuro.
Oggi, dopo la sospensione del Parlamento britannico, non ho acute analisi. Solo una domanda: ma sto parlando del Paese della Magna Carta? Una delle poche date immagazzinate a scuola che sono rimaste con me.
Brexit o no, io sento di camminare nel cielo oscuro.
Quelle tre bandiere - scozzese, britannica, europea - rubavano la scena al cielo scuro.
Oggi, dopo la sospensione del Parlamento britannico, non ho acute analisi. Solo una domanda: ma sto parlando del Paese della Magna Carta? Una delle poche date immagazzinate a scuola che sono rimaste con me.
Brexit o no, io sento di camminare nel cielo oscuro.
martedì 27 agosto 2019
Settant'anni, a una certa distanza
Ho lasciato scivolare qualche giorno tra me e un compleanno carico di suggestioni. Gene Simmons - che per non farsi mancare nulla è nato lo stesso giorno di Sean Connery - ha compiuto settant'anni. Sì, settanta.
I conti non tornano. Io ho undici anni, il Demone dei Kiss una trentina.
Questo è il primo ragionamento, che cerco di spazzare via. L'altro, mi raggiunge dopo la pioggia di auguri sui social. Tra questi si infila una foto di una passeggiata qualunque a New York: Gene Simmons e Paul Stanley a spasso per la città dove hanno dato via al sogno.
Accade ora, eppure potrebbe essere di quarant'anni fa. C'è il tempo che galoppa, tra trionfi o piccoli successi, piccole delusioni o bastonate, nelle nostre vite: spesso, tutto insieme.
E poi c'è qualcosa di noi stessi che resta, testardo e delizioso. Lo copre qualche ruga, ma non lo può oscurare.
Quasi due mesi fa, ho mancato l'ultimo concerto dei Kiss, consapevolmente. Oggi sento ancora di più quella scossa dentro: non solo tornerò, in qualche modo, si dovrebbe dire.
Non ce ne siamo mai andati. Con i nostri sogni a spasso per le vie di una città, magari proprio dove tutto è iniziato.
I conti non tornano. Io ho undici anni, il Demone dei Kiss una trentina.
Come siamo finiti qui?
Questo è il primo ragionamento, che cerco di spazzare via. L'altro, mi raggiunge dopo la pioggia di auguri sui social. Tra questi si infila una foto di una passeggiata qualunque a New York: Gene Simmons e Paul Stanley a spasso per la città dove hanno dato via al sogno.
Accade ora, eppure potrebbe essere di quarant'anni fa. C'è il tempo che galoppa, tra trionfi o piccoli successi, piccole delusioni o bastonate, nelle nostre vite: spesso, tutto insieme.
E poi c'è qualcosa di noi stessi che resta, testardo e delizioso. Lo copre qualche ruga, ma non lo può oscurare.
Quasi due mesi fa, ho mancato l'ultimo concerto dei Kiss, consapevolmente. Oggi sento ancora di più quella scossa dentro: non solo tornerò, in qualche modo, si dovrebbe dire.
Non ce ne siamo mai andati. Con i nostri sogni a spasso per le vie di una città, magari proprio dove tutto è iniziato.
domenica 25 agosto 2019
La luna impigrita
Quando provi ad accogliere il giorno, ti resta addosso per un attimo lei. La luna, come impigrita, che non vuole alzarsi.
Getta uno sguardo di intesa, tra il cielo e la finestra. E tu vorresti lasciarla sognare ancora un po’, che forse continui i tuoi sogni su questa fragile alba.
La luna impigrita, come vorresti essere, ancora.
Getta uno sguardo di intesa, tra il cielo e la finestra. E tu vorresti lasciarla sognare ancora un po’, che forse continui i tuoi sogni su questa fragile alba.
La luna impigrita, come vorresti essere, ancora.
venerdì 23 agosto 2019
La paura di un bambino sul barcone
Viaggiando nel buio dopo una serata di luce con gli amici, ho cercato invano di addolcire questo titolo.
Ma mi tornavano in mente tutte le paure peggiori da bambina. Una volta non chiusi gli occhi per sei mesi se mi spegnevano il lampadario, per colpa di un film sovraccarico di mostri. E quanti piccoli traumi ci parevano immensi, trascinandoli fin nell’età adulta.
Stasera si sono presentati spogli nella loro banalità.
Un’amica mi ha raccontato i timori di due bimbi, che han viaggiato sui barconi. Le hanno confidato queste paure mentre si assentavano dal gioco con la mente.
E scorrevano immagini terrificanti, come quello di un altro piccino senza vita. Stretti nell’orrore, c’era solo un altro terrore che poteva schiacciarli. Riaprire gli occhi e non vedere più la mamma.
Ma mi tornavano in mente tutte le paure peggiori da bambina. Una volta non chiusi gli occhi per sei mesi se mi spegnevano il lampadario, per colpa di un film sovraccarico di mostri. E quanti piccoli traumi ci parevano immensi, trascinandoli fin nell’età adulta.
Stasera si sono presentati spogli nella loro banalità.
Un’amica mi ha raccontato i timori di due bimbi, che han viaggiato sui barconi. Le hanno confidato queste paure mentre si assentavano dal gioco con la mente.
E scorrevano immagini terrificanti, come quello di un altro piccino senza vita. Stretti nell’orrore, c’era solo un altro terrore che poteva schiacciarli. Riaprire gli occhi e non vedere più la mamma.
giovedì 22 agosto 2019
Piccole vite
Sfioriamo piccole vite, le teniamo persino tra le dita.
In cielo e terra tante creature provano a fidarsi di noi o non hanno altra scelta.
Piccole vite, impercettibili come il loro respiro.
Piccole vite, come la nostra.
In cielo e terra tante creature provano a fidarsi di noi o non hanno altra scelta.
Piccole vite, impercettibili come il loro respiro.
Piccole vite, come la nostra.
mercoledì 21 agosto 2019
Un telefono da conquistare
Il telecomando, stanco della propria inattività, scivola sul Tempo delle Mele, ma la considerazione che seleziona non conduce al romanticismo adolescenziale. O almeno non le si concede.
Mi colpisce infatti una scena innocua: quella della protagonista aggrappata al telefono, per la rabbia garbata dei genitori.
Mi ha fatto venire in mente quando afferrare quel telefono, impossessarsene per parlare con gli amici, il fidanzatino, era una manovra tanto necessaria quanto ardua. Perché poi, chi si scollava più, e davvero venivi sgridato per questa occupazione indebita.
Se squillava, correvi a prendere il ricevitore, battevi in anticipo tutti o ci provavi. Se rimanevi sola in casa, approfittavi per metterti in contatto senza remore.
PARLARE.
Un telefono da conquistare, tutto per te.
E adesso che ce l'abbiamo tutto per noi, ciascuno (me compresa) anche più di un telefono, sentire la voce di qualcuno sembra aver perso molta importanza nella vita privata.
Messaggi privati, whatsapp, immagini condivise in modo automatico. Chiami un amico? Può accadere che ti richiami dopo giorni, più facilmente ti mandi un messaggio.
Dietro un telefono da conquistare, con furia ragazzina, c'era una persona. Un rapporto umano. Un'anima da accarezzare con la voce.
Adesso, le anime sembrano non volersi accarezzare più.
Mi colpisce infatti una scena innocua: quella della protagonista aggrappata al telefono, per la rabbia garbata dei genitori.
Mi ha fatto venire in mente quando afferrare quel telefono, impossessarsene per parlare con gli amici, il fidanzatino, era una manovra tanto necessaria quanto ardua. Perché poi, chi si scollava più, e davvero venivi sgridato per questa occupazione indebita.
Se squillava, correvi a prendere il ricevitore, battevi in anticipo tutti o ci provavi. Se rimanevi sola in casa, approfittavi per metterti in contatto senza remore.
PARLARE.
Un telefono da conquistare, tutto per te.
E adesso che ce l'abbiamo tutto per noi, ciascuno (me compresa) anche più di un telefono, sentire la voce di qualcuno sembra aver perso molta importanza nella vita privata.
Messaggi privati, whatsapp, immagini condivise in modo automatico. Chiami un amico? Può accadere che ti richiami dopo giorni, più facilmente ti mandi un messaggio.
Dietro un telefono da conquistare, con furia ragazzina, c'era una persona. Un rapporto umano. Un'anima da accarezzare con la voce.
Adesso, le anime sembrano non volersi accarezzare più.
martedì 20 agosto 2019
Le mie domande e le vere risposte
Dovevo fare una manciata di domande, me ne devono essere uscite delle altre, che non potevano stare rinchiuse.
Forse perché mi presento con il cognome, l’altro mi saluta per nome e mi sembra di non dover costruire barriere inutili.
Così, al termine dell’intervista, lui sa di me più di ciò che mi aspettassi. Mi rendo conto che mi sembra che a pochi interessi ascoltare, per cui sia stato facile cadere in tentazione.
Gli rivelo un dettaglio del mio futuro libro, di cui nessuno sa niente. E lui mi incoraggia, mi incita come se mi conoscesse da sempre.
Penso che questo sia un mondo bastardo, che preferisce parlare di te invece di ascoltarti col cuore. Ma qualcuno sa spezzare il cerchio, inaspettatamente, e ti accade di crederci, ancora. Perché ha risposto alle tue domande più silenziose.
Forse perché mi presento con il cognome, l’altro mi saluta per nome e mi sembra di non dover costruire barriere inutili.
Così, al termine dell’intervista, lui sa di me più di ciò che mi aspettassi. Mi rendo conto che mi sembra che a pochi interessi ascoltare, per cui sia stato facile cadere in tentazione.
Gli rivelo un dettaglio del mio futuro libro, di cui nessuno sa niente. E lui mi incoraggia, mi incita come se mi conoscesse da sempre.
Penso che questo sia un mondo bastardo, che preferisce parlare di te invece di ascoltarti col cuore. Ma qualcuno sa spezzare il cerchio, inaspettatamente, e ti accade di crederci, ancora. Perché ha risposto alle tue domande più silenziose.
lunedì 19 agosto 2019
Uno sguardo nuovo
Una pioggia di anni fa, in un bar che non ero ancora riuscita ad abbandonare dall’università, una persona saltò fuori con una frase che mi dipinse con precisione disarmante.
Poche parole, un ritratto che io negli anni mai avevo osato guardare. Né si trattava di un giudizio.
Era proprio un ritratto, di delicati colori nonostante il messaggio anche bruciante che mi affidava.
Sono trascorsi gli anni e non ci siamo potuti vedere spesso, spinti da strade così diverse. Pochi giorni fa, per caso l’ho incontrato alla stazione. E mi ha parlato il suo sguardo.
Uno sguardo nuovo, che ti rivela qualcosa di te a cui non avevi mai pensato.
Uno sguardo buono, che schiarisce questi tempi di veleni.
Ci rivedremo presto oppure no.Ma intanto il suo sguardo ci ha già aiutati a vivere, cioè a essere noi stessi, con un sorriso.
sabato 17 agosto 2019
La luna e tutto al suo posto
Sul buio sfacciato della campagna si innesta la luna, traboccante, e dissemina la strada di ricordi mentre rientriamo.
Il fiume non trattiene il suo profumo e tra i campi minuscole creature hanno molto da dire. A una curva, una pattuglia dei carabinieri mi intima l’alt. Penso che da una sfilza di anni non mi fermavano a un posto di blocco, ma lì quand’ero ragazza, mi accadeva spesso.
Dopo il controllo mi allontano e rido, rido piano, perché in auto risuonava Bitter sweet symphony, ma poco prima avevo meditato di infilare We wish you a Merry Christmas in versione metallara, un atto di ribellione che mi scatta due o tre volte all’anno (Natale a parte, naturalmente). Chissà le facce dei poveri militari.
Ma quella luna tonda tonda lo sa e credo che lo stia dicendo a tutti. Perché tutto stasera è al suo posto, compreso un sorriso.
Il fiume non trattiene il suo profumo e tra i campi minuscole creature hanno molto da dire. A una curva, una pattuglia dei carabinieri mi intima l’alt. Penso che da una sfilza di anni non mi fermavano a un posto di blocco, ma lì quand’ero ragazza, mi accadeva spesso.
Dopo il controllo mi allontano e rido, rido piano, perché in auto risuonava Bitter sweet symphony, ma poco prima avevo meditato di infilare We wish you a Merry Christmas in versione metallara, un atto di ribellione che mi scatta due o tre volte all’anno (Natale a parte, naturalmente). Chissà le facce dei poveri militari.
Ma quella luna tonda tonda lo sa e credo che lo stia dicendo a tutti. Perché tutto stasera è al suo posto, compreso un sorriso.
venerdì 16 agosto 2019
Tutto il contrario di mio padre (lo sguardo sulla riva)
Nonostante cerchi di tenermi alla larga dal dolore, in questi giorni ho letto tanto, troppo di una creatura volata via.
Mi ha solleticato un sorriso solo un riferimento: lei ha fatto più o meno il contrario di ciò che desiderava suo padre, dalla scuola in su.
Eccoci qui, mi guardo dentro. No dai, il liceo eravamo d'accordo. All'università, no davvero. Il lavoro: ma che fai, ma stai scherzando? E passo dopo passo, mi sono allontanata dalla riva con la caparbietà di una donna che voleva prendere le distanze per trovarsi.
Ma su quella riva, lo sguardo ha sempre tenuto fisso. Ovunque andasse, cocciuta e libera, come se un filo potesse riportarla dal mare aperto alla spiaggia, per un abbraccio e una risata.
Mi ha solleticato un sorriso solo un riferimento: lei ha fatto più o meno il contrario di ciò che desiderava suo padre, dalla scuola in su.
Eccoci qui, mi guardo dentro. No dai, il liceo eravamo d'accordo. All'università, no davvero. Il lavoro: ma che fai, ma stai scherzando? E passo dopo passo, mi sono allontanata dalla riva con la caparbietà di una donna che voleva prendere le distanze per trovarsi.
Ma su quella riva, lo sguardo ha sempre tenuto fisso. Ovunque andasse, cocciuta e libera, come se un filo potesse riportarla dal mare aperto alla spiaggia, per un abbraccio e una risata.
giovedì 15 agosto 2019
finestre avide di cielo
Una finestra piccola e avida di cielo. Si affaccia sull’alba, affatto spaventata dalle nuvole. E anch’io le contemplo con la curiosità fiduciosa di quando ero bambina. La loro capacità di cambiare forma, la loro fissità che diveniva corsa all’improvviso e i colori che assorbivano tutt’attorno.
Forse poche creature ci assomigliano quanto le nuvole, ma bisogna scrutarle da una piccola finestra avida di cielo, per non averne paura o vergogna.
mercoledì 14 agosto 2019
Chi esiste a ferragosto
Invisibili per gran parte dell’anno, fra il traffico e la fretta. Mimetizzati nel clamore, troppo rumoroso il loro silenzio.
Ma quando tutto fugge a ferragosto, uomini e donne solo intravisti prima escono allo scoperto e riempiono uno spazio che non cercava attenzione. Come loro.
Famiglie di altre terre che scivolano fuori con un sorriso misurato o volti che si ammantano della loro solitudine.
Tra di loro, due donne: la più giovane spinge la carrozzina dell’altra lungo la strada. Con meno timore, senza l’invadenza delle auto.
Niente da esibire, né gioia né dolori, solo una fame di vivere che non vuole essere gridata.
Chi esiste a ferragosto, in questo Paese contorto, ti insegna a esistere.
Ma quando tutto fugge a ferragosto, uomini e donne solo intravisti prima escono allo scoperto e riempiono uno spazio che non cercava attenzione. Come loro.
Famiglie di altre terre che scivolano fuori con un sorriso misurato o volti che si ammantano della loro solitudine.
Tra di loro, due donne: la più giovane spinge la carrozzina dell’altra lungo la strada. Con meno timore, senza l’invadenza delle auto.
Niente da esibire, né gioia né dolori, solo una fame di vivere che non vuole essere gridata.
Chi esiste a ferragosto, in questo Paese contorto, ti insegna a esistere.
martedì 13 agosto 2019
Imparando ad andare in bicicletta
Nel brusio fitto di movimenti impressi nel parco, se ne stacca uno.
Un ragazzino che cerca di andare in bicicletta. Malfermo e titubante, indirizzato da un uomo che all’inizio credo suo padre, poi non ne sono più sicura.
Non importa. Gli dice un sacco di cose ricche di buonsenso, qualcuna la ripeto dentro di me come una vecchia, rassicurante canzone.
E lo so, non camminiamo appena usciamo dal ventre di mamma. Bisogna prendersi il tempo e anche la fiducia.
Ma per un attimo mi rendo conto di avere ancora molto da fare. Almeno di imparare ad andare bene in bicicletta.
Un ragazzino che cerca di andare in bicicletta. Malfermo e titubante, indirizzato da un uomo che all’inizio credo suo padre, poi non ne sono più sicura.
Non importa. Gli dice un sacco di cose ricche di buonsenso, qualcuna la ripeto dentro di me come una vecchia, rassicurante canzone.
E lo so, non camminiamo appena usciamo dal ventre di mamma. Bisogna prendersi il tempo e anche la fiducia.
Ma per un attimo mi rendo conto di avere ancora molto da fare. Almeno di imparare ad andare bene in bicicletta.
mercoledì 7 agosto 2019
Come un filo rosso
Ancora non si riconosce niente. Appena si distinguono le montagne incollate sullo sfondo, anche dei pensieri. I palazzi serbano la loro identità nella libertà del buio.
L’alba appena assaggiata sussurra questo, con i suoi colori. C’è un filo rosso che mette a fuoco il senso, ma solo per un attimo lo afferri. Prima non vedi nulla, poi troppo.
Come, con un filo rosso che sfiori e scivola via, lo sguardo sulla vita.
C’è solo un attimo per capire.
L’alba appena assaggiata sussurra questo, con i suoi colori. C’è un filo rosso che mette a fuoco il senso, ma solo per un attimo lo afferri. Prima non vedi nulla, poi troppo.
Come, con un filo rosso che sfiori e scivola via, lo sguardo sulla vita.
C’è solo un attimo per capire.
Dieguito una sera sul lago
Non è una notizia sconvolgente, il ritiro di Diego Forlan.
Per una manciata di istanti, si spalanca una voragine di anni. Nella vita e in un suo cassetto. Una sera, in un ristorante fatto di pietra sul lago, nervosa per non poter divorare tutta la partita ai Mondiali, una partita che non doveva dirmi nulla.
Eppure a me interessava l’eterna rincorsa dei secondi, popoli così distanti da ritrovarsi davanti a un pallone.
Dieguito, l’Uruguay, e ancora l’Atletico che acchiappa un sogno. Poi, quando arriva nel mio Paese dove scorrono i soldi per l’idolo del calcio, il sogno perde grinta e consistenza.
Dieguito che ha tanti doni e un dolore che trasforma in generosità, accanto a sua sorella.
Tutte queste immagini scorrono, ma non come gli anni... non i suoi. Quelli da una partita poco importante, che è diventata un momento indimenticabile.
Anche per questo, grazie Diego e buona Vita. Il calcio che sa emozionarmi anche per la sua umanità.
http://neicassettidimalu.blogspot.com/2010/07/la-mia-vera-finale.html
Per una manciata di istanti, si spalanca una voragine di anni. Nella vita e in un suo cassetto. Una sera, in un ristorante fatto di pietra sul lago, nervosa per non poter divorare tutta la partita ai Mondiali, una partita che non doveva dirmi nulla.
Eppure a me interessava l’eterna rincorsa dei secondi, popoli così distanti da ritrovarsi davanti a un pallone.
Dieguito, l’Uruguay, e ancora l’Atletico che acchiappa un sogno. Poi, quando arriva nel mio Paese dove scorrono i soldi per l’idolo del calcio, il sogno perde grinta e consistenza.
Dieguito che ha tanti doni e un dolore che trasforma in generosità, accanto a sua sorella.
Tutte queste immagini scorrono, ma non come gli anni... non i suoi. Quelli da una partita poco importante, che è diventata un momento indimenticabile.
Anche per questo, grazie Diego e buona Vita. Il calcio che sa emozionarmi anche per la sua umanità.
http://neicassettidimalu.blogspot.com/2010/07/la-mia-vera-finale.html
martedì 6 agosto 2019
L’estate come un elastico
L’estate, quella da divorare in un sol boccone e volerne ancora, è conficcata nei ricordi.
Adesso l’estate è come un elastico: tu tiri, tiri e non la afferri mai.
Quando torna indietro, ti fissa negli occhi in un attimo eterno. Ma mentre pensi di averla accarezzata, lei è già volata via.
Quasi come te.
Adesso l’estate è come un elastico: tu tiri, tiri e non la afferri mai.
Quando torna indietro, ti fissa negli occhi in un attimo eterno. Ma mentre pensi di averla accarezzata, lei è già volata via.
Quasi come te.
sabato 3 agosto 2019
Un momento del mattino
Si affaccia un momento del mattino, in cui tutto sembra poter avere inizio. L’aria suona sincera, sugli alberi non distingui tra una risatella e un gemito.
Saresti disposta a credere che anche tu stia cominciando a vedere chiaro.
Un momento del mattino, che non puoi, forse non vuoi fermare. Ma questa volta non sei tu a correre avanti.
Saresti disposta a credere che anche tu stia cominciando a vedere chiaro.
Un momento del mattino, che non puoi, forse non vuoi fermare. Ma questa volta non sei tu a correre avanti.
giovedì 1 agosto 2019
Distinti insieme
Una volta sapevo cosa fare. Una volta distinti eravamo, e insieme.
Medito su questo, mentre mi dicono che devo salutare per sempre una certezza, vicino a me anni e anni fa. Eppure mi sembra di sentirlo oggi al telefono dove scorre un sorriso.
Una volta lui doveva svolgere il suo compito, io il mio. Eppure eravamo insieme.
Adesso tutti facciamo tutto. E niente sembra importarci della fatica che affrontano gli altri.
Distinti, insieme. Come oggi nel medesimo spazio, separati.
Medito su questo, mentre mi dicono che devo salutare per sempre una certezza, vicino a me anni e anni fa. Eppure mi sembra di sentirlo oggi al telefono dove scorre un sorriso.
Una volta lui doveva svolgere il suo compito, io il mio. Eppure eravamo insieme.
Adesso tutti facciamo tutto. E niente sembra importarci della fatica che affrontano gli altri.
Distinti, insieme. Come oggi nel medesimo spazio, separati.