Stanotte ho sentito un fruscio e ho pensato:
la starà abbracciando il suo gentiluomo in cielo. La sua camicia impeccabile sprigionerà quella musica, come la pipa il suo profumo.
I gentiluomini sono fatti così: non perdono tempo, probabilmente nemmeno parole. Ti avrà detto «Mamma, sei qui», anche solo con quei gesti.
Emi, se ci penso che non ci siamo visti mai tutti insieme, che ti ho conosciuto solo dopo che Luca se n'era andato e ogni volta sentivo quello slancio nella tua voce, lesto a trasformarsi in un sorriso. Che mi accoglievi a Como, che sei corsa quando presentavo un libro e quando dovevo dire addio al mio papà.
Che negli ultimi anni ci siamo potute incontrare con il cuore. Ma poi, nel cuore eravamo lì tutti insieme.
Allora, forse non è cambiato niente, anche se mi tocca salutarti, per ora. Oggi cerca di farsi strada, tra le lacrime, quello scambio di battute che spesso si insinuava nelle conversazioni tra me e il gentiluomo, al quale avevi donato la vita e che ci ha lasciati troppo presto.
«Non preoccuparti» gli dicevo. E lui rispondeva: «Ma io non mi preoccupo».
Giuro, Luca, che adesso provo anch'io. Perché siamo tutti insieme, in qualche modo.
Ciao Emi bella, tutti insieme.