sabato 12 ottobre 2024

La grande e inconscia gravità propria delle ragazze (cit)


 Ed ivi scorse la sorella di Gregory, la fanciulla dai capelli color oro, che tagliava dei lillà prima della colazione, con la grande e inconscia gravità propria delle ragazze.

Ci sono incontri che si possono descrivere solo con, come i libri. Amicizie, a maggior ragione. Questa frase, del libro che ci ha unite con quella grande e inconscia gravità, è de'"L'uomo che fu Giovedì" di Chesterton. Mi suonava diversa nel mio vecchio libro, ora l'ho letta e meditata su un'edizione di 12 anni fa.

Certo è che mentre il poliziotto e l'anarchico - apparentemente, entrambi - ci facevano addentrare nelle pagine con le loro schermaglie ed azioni, c'era una ragazza che apriva e chiudeva la scena. C'era una ragazza, che faceva la differenza.

Quando dico di essere grata all'Università Cattolica, è per la fame di sapere, quella voracità buona che mi ha trasmesso, quella ricerca che sfianca talvolta ma mi sprona. Tuttavia, la riconoscenza passa anche e soprattutto dalle persone che sono affiorate nella mia vita. 

Come te, amica mia. Da 37 anni a questa parte abbiamo cominciato diverse strade insieme, compresa quella del giornalismo - a Milano, scrivendo sulle riviste di design - anche se poi abbiamo svolto due professioni diverse. Abbiamo diviso momenti, non anni, per rimanere in citazioni affini a quelle letterarie. Fino a quello speciale di una settimana fa, con naturalezza insieme dai campioni di Team Equa.

Quando ti ascolto e ti guardo, accanto alle conferme  - anche visibili, come la tendenza a comparire con colori simili, del resto spesso ci scambiavano per sorelle -, avverto anche una speciale meraviglia: quella per il tuo entusiasmo, espresso con una straordinaria pacatezza e proprio per questo così autentico. Lo percepisco e te lo invidio, in modo sano, un po'. Finché non me lo sento addosso anch'io.

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