Infuria un vento che ulula nella notte di questo tempo: prendi posizione. Non è dato sapere se sia di poche o tante voci, perché la violenza e il livore che trasporta hanno un volume così alto da deformare la proporzione.
Oggi su una questione drammatica e complessa (domani chissà) intima a chiunque: devi prendere posizione.
Trascura due parole, che sono invece determinanti nel suo ragionamento: devi prendere LA MIA posizione. È questo il suo vero significato.
Non invita a studiare, a ragionare, approfondire, incontrare l'altro.
Intima di gridare cos'è giusto (per lui) a prescindere dalla conoscenza, dalla competenza e dall'empatia.
Un vento che non conosce né offre pace, ma punta solo a dividere.
Passerà o continuerà a infuriare tra di noi, non lo so.
So solo che sono stata cresciuta a cercare, dubitare, non imporre e non pensare che se io e un altro condividiamo un'idea, dobbiamo essere d'accordo su tutto. Tra l'altro, temo che se qualcuno urla di pace e ha il volto e le bacheche deturpati di odio, sia un ottimo alleato della guerra.
Io preferisco camminare nel deserto, sotto lo sguardo silenzioso delle stelle che brillano senza violenza, quasi con stupore. È questa, la mia posizione: sempre alla ricerca, sempre in cammino, senz'altro lontano dalla violenza di chi vuole imporre la propria opinione. Che opinione è, non Verità.