Aprile è un grande secondo, schiacciato tra marzo che reclama la paternità della primavera e maggio che dichiara di possederne lo spirito.
Ma aprile è il vero re, che non ha bisogno di scettri e troni. Sa accogliere gli ultimi brividi, ma respira felice ogni profumo; conta i colori, ma non vuole diventare padrone di nessuno di loro. Ammirarli, è il suo regalo. Solo con gli occhi li accarezza, mentre accoglie persino una bufera, anzi da essa attende nuova forza, ne beve la vita. È una promessa.
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