Una foto mi riporta una tua magia: le bucce magiche, quelle che tu ricreavi con precisione e fantasia, incantandomi.
Io, sempre terremoto, provavo invano a imitarti. Tant'è che avevo un rapporto rabbioso con la frutta, in parte mantenuto, perché non si lasciava domare da me.
Mentre tu... erano sufficienti pochi secondi e la scorza di un mandarino diventava un giocattolo sinuoso. Quella di un'arancia si trasformava in un serpentello buono, che mi rincorreva per giocare. Qualsiasi buccia veniva da te tagliata in unica forma, mai una volta che si spezzasse.
Le bucce magiche, per cominciare a capire che tutto è serio, anche un gioco. E che richiede passione.
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