lunedì 4 novembre 2024

È tempo di fermare il tempo

 


Ma dove lo rovesciamo, tutto questo tempo? In un contenitore che scuotiamo e buttiamo poi via?

È tempo di fermare il tempo. Capire, nelle pieghe più profonde, che nessuno è immortale e un nostro attimo nella nostra corsa folle merita la sua attenzione. Che nemmeno noi immortali siamo, per quanto ce la tiriamo.

Frammenti di polvere, neanche calcolabili in una clessidra, diciamo: non abbiamo tempo.

È tempo di fermare il tempo, di ascoltare vecchie storie, anche cento volte e cento volte cambiate. Di perdersi negli occhi di chi ha tanto lottato e di ritrovare i nostri. Di piantarla di pensare che il mondo non può stare senza di noi.

In modo maldestro ho deciso di fermare il mio tempo e ringrazio chi l'ha fatto per rendere felice mia madre, e anche me, in queste ore di festa improvvisata. Scendendo dal piedistallo del suo tempo, immerso nella nostra polvere che è di terra e stelle.

martedì 29 ottobre 2024

Tutto mi fissa un attimo e passa via


 Si capovolge tutto o resta sospeso. Dall'infelicità senza desideri alla consapevolezza senza pensieri.

In quella fessura sottile sgorgano momenti inafferrabili, né voglio tendere la mano per fermarli.

È la prima volta che sono andata a casa di una bambina e l'ho trovata, ma sua madre mi ha gelata: ha fatto altre amicizie. Da allora, quanto percepivo l'indifferenza o la negatività, mi sono spesso allontanata per prima.

È il nonno che mi porta a fare il sonnellino, di fronte all'enorme quadro degli avi che poi ho scoperto piccolissimo: i loro occhi luce tenue nel buio.

È il corridoio lunghissimo o il prato selvaggio pieno di profumi e insidie.

È il mio sguardo incerto da adolescente, con una sua solennità.

È il primo concerto e quello che ancora non si sta palesando.

È il primo errore, la prima volta che mi accorsi di non vedere bene. Quella in cui mi resi conto che dentro le anime leggevo anche meno.

È il primo grido d'amore, su un terrazzo che voleva strappare il velo di afa.

La prima opera, regalata da fiere mure.

È tutto che mi fissa un attimo, quindi passa via. Come lei, minuscola creatura, che storicamente mi ispirava un diligente terrore. Io mi avvicino e si muove lentamente, come se non sapesse come considerarmi, un'ombra impalpabile o un pericolo. L'ho osservata mentre prendeva un respiro e si arrampicava con dignità.

È tutto che mi fissa un attimo, quindi passa via. Come me.


domenica 27 ottobre 2024

Insieme, non si è fuasté. Lo sussurra anche Crespi


Tutti insieme. Di nuovo o per la prima volta, ma la differenza è sempre scolpita da quella parola: insieme. A Crespi d'Adda - questo luogo stretto da un filo alla mia città, filo che diventa doppio nel ricordo di un amico straordinario come Francesco Bonfanti - "L'ultimo dei Fuasté" si è trovato a casa come pensava, come pensavamo in occasione del festival Produzioni Ininterrotte (QUI). 

In una pacata domenica d'autunno Mario e Malik hanno scrutato questo villaggio che ha attraversato i tempi, assieme a noi: forse colti da stupore, come lo avverto io ogni volta.

Di nuovo, a Crespi d'Adda a sussultare scorgendo la "mia" chiesa, ad accarezzare le quiete vie con lo sguardo, a riascoltare in un cassetto dell'anima i racconti di Francesco. Così entro nell'Unesco Visitor Center in netto anticipo e vengo accolta da un'immagine mia e del libro. Attendo i miei amici: Mimmo e Rosy che a Crespi vivono e Alessandra che sapevo, sentivo di dover riabbracciare qui.

Attendo i miei amici da Busto, da Como ed ecco la prima volta, per me una benedizione indescrivibile. Michele e Giuseppe, autori delle prefazioni, finora si erano incontrati solo su quelle pagine, ma ora sono uno accanto all'altro e mi sembra un quadro ricomposto, naturale. Come l'abbraccio perenne con Paola o lo sguardo luminoso di Pina. Dopo l'introduzione calorosa di Giorgio Ravasio dialoghiamo con Enzo Galbiati e anche in quest'occasione scorrono dentro di me frammenti di incontri, sensazioni, empatia vissuti negli anni.

Non sono più una cronista, forse non lo volevo nemmeno essere. Il pensiero corre indietro a un giorno lontano in cui andai con i tifosi della Pro Patria dal Papa. Francesco voleva scrivere un articolo, ma non mi domandò certo la cronaca.

Marilù parlami dell'emozione... quella che ti chiude il fiato... cosa ti ha emanato la persona/Papa

Eccola qui, Francesco.  È come quella che mi afferra alla gola oggi.

Francesco era un cantastorie (non perdetevi la lettura dei suoi testi, del "poeta operaio" vissuto a Crespi d’Adda venerdì 1 novembre alle 21 con Giuseppe Galbiati), io invento storie per sfuggire dalle gabbie della cronaca e forse sopravvivere.

Ma si sopravvive, solo tutti insieme; solo così si smorza la condizione di fuasté sulla terra.

Noi siamo tutti insieme oggi, anche insieme a un amico che qui non può essere fisicamente e si sente una tigre in gabbia. Un lottatore da cui imparo silenziosamente e quando glielo dico, lui mi risponde: che altro posso fare? La sua naturalezza, anche in questa risposta, mi riporta alla frase del mio imprenditore (poco) misterioso: c'è un solo modo di fare le cose. Verso gli altri e anche verso noi stessi.

https://www.progettocultura.it/index.php?id_product=1594&rewrite=lultimo-dei-fuaste-marilena-lualdi&controller=product

Mercoledì 30 a Como: info QUI.


giovedì 24 ottobre 2024

È il mio terzo tempo

 

Dopo un considerevole percorso di vita a bisticciare con me stessa e con le immagini che gli altri hanno scattato implacabilmente su di me, è giunto il mio terzo tempo.

Prima a fare di tutto per conciliare, quindi per spaccare. Sempre con uno strato di dipendenza inconcepibile, sopra di me.  

Tesi, antitesi, ora si farà strada la sintesi? Preferisco quell'idea lì: il terzo tempo. Andare fuori a prendere un bicchiere con l'avversaria che sono stata di me stessa, respirare un vigneto, condividere le ansie e le gioie di chi mi ha dato la luce per tutto il tempo che l'avrò accanto a me, scrutare nel bicchiere della mia anima senza chiedermi niente.

La filosofia. La Kabbalah. Lo yoga, recente alleato. Quanti mi stanno porgendo la mano. Scopro angoli di me, che neanche immaginavo, e diventano protagonisti come quelli arcinoti.

Questo è il mio terzo tempo. Non importa quante nuvole sopra il mio capo, io sto vivendo nella dimensione spero più autentica di me stessa: una ricerca, che non si esaurisce mai, ma si spoglia dell'ansia.

Questo è il mio terzo tempo. Marilena, Mari, Zanzy, Malu, Marilù, Lualdi Lèssi, Galli e tutto ciò che scorre dentro.

Questo è il mio terzo tempo, inaccessibile se non a Chi mi ha creato.

mercoledì 23 ottobre 2024

Solo ottocento milioni di respiri

 



Ottocento milioni di respiri, in una vita lunga e saggia. Non riesco a contarli, mentre Giuseppe ci apre la porta su questa perla custodita da lontano, nella tradizione yoga.

Ottocento milioni di respiri. Una fitta mi sfiora: tantissimi, non infiniti. Anzi, in un lampo vi avverto dentro il nostro limite.

Ottocento milioni di respiri: la forza di ciascuno da custodire, gestire, soppesare. 

Come ottocento milioni di pensieri: ti perdi dentro, eppure sai che è nulla, in confronto alla storia del mondo.

Solo ottocento milioni di respiri: mentre torno a casa, scorgo le luci del nostro santuario che mi fa perdere felicemente nel tempo. Anzi no: galantuomo o tiranno, il tempo non esiste, come mi ha assicurato la Kabbalah.

Grata per ogni respiro, io cerco di essere come mi è stato donato.

domenica 20 ottobre 2024

Il lavoro e l'umanità del mio romanzo al festival di Crespi d'Adda, a casa

Ogni luogo dove arriva "L'ultimo dei Fuasté" (edizioni Progetto Cultura) è quello giusto, perché parla di lavoro e umanità, intrecciati saldamente nelle vite, nei desideri, nelle difficoltà di ciascuno.
Ma tra una settimana - domenica 27 ottobre alle ore 11, Unesco Visitor Centre Crespi d'Adda, corso Manzoni 18 - la cornice è particolarmente significativa. Una parola anzi inadeguata, e sostituisco subito "casa" a "cornice". A Crespi e al festival di letteratura del lavoro Produzioni Ininterrotte: un'opportunità di cui sono grata.


Crespi d'Adda significa tanto, tantissimo per me. Per la donna che ha cercato di conoscere meglio il lavoro e di raccontarlo, sui giornali e poi in questo romanzo. Per la discendente di tessili, mi emoziona molto ricordare che la mia bisnonna era una Crespi Tengitt: quel filo, l'ho sempre sentito tanto, tantissimo. Per l'amica, e qui si riannoda tutto: Crespi d'Adda per me è Francesco Bonfanti, il suo benvenuto, il suo tocco di cantastorie che non narra esistenze altrui, ma ti trasporta dentro un mondo che è anche il suo. 

Penso che a Crespi, come in altri posti, si sono unite per lavorare persone molto diverse, anche di provenienza. Si saranno sentiti forestieri talvolta, forse spesso, e ciò che facevano, come venivano accolti poteva attenuare queste sensazioni e così plasmare una comunità.

In questi mesi ho ascoltato tante altre storie, che riguardano le imprese e di persone venute da lontano, in cerca di speranza. È ciò che vogliamo tutti, la speranza, in un universo di solitudini da scrollare via. 

Sarò felice di presentare Mario e Malik, le pagine da loro percorse, i dubbi, le arrabbiature, i sorrisi. 

SAGGISTICA Mario è un piccolo imprenditore che si sente forestiero nel suo Paese. Finché incontra Malik e fa qualcosa di cui non si sarebbe mai creduto capace.  Un incontro tra due (e più) solitudini, un viaggio nell’impresa di oggi, le sue sfide, i suoi drammi, i suoi momenti lievi: in una parola, la sua umanità

https://www.produzioniininterrotte.it/marilena-lualdi/

sabato 19 ottobre 2024

Voltando pagina di colpo (la tua insuperabile bellezza)


 Mi sono persa tra la delicatezza di una rosa e la brillantezza di una margherita, finché qualcuno ha voltato pagina di colpo. Così, sei comparsa tu: una foglia agli ultimi guizzi, che assomigliano a lampi di fuoco. Niente mi è parso ammantato di fascino quanto te, perché sulla tua pelle scorre la meraviglia. La ricompensa a chi poco si aspettava, ma non si è mai arreso a non essere pronto a stupirsi.

Dentro l'autunno, i morsi del freddo e dell'avvizzimento, eppure questa consapevolezza che vi brilla dentro una bellezza insuperabile. Non so per quanto tempo me lo ricorderò; probabilmente, ho già smarrito questa fragile memoria al primo assalto di tempesta.

Qualcuno ha voltato la pagina di colpo e di nuovo la girerà. Potrò avvertire un soffio gelido, ma chissà che non compaia tu, con i tuoi lampi di fuoco, di insuperabile bellezza.