La Juventus è una delle ragioni per cui, infastidita, abbracciai gioiosamente la Roma. Mi piacciono le conquiste umili, la passione del gioco per sé e soprattutto mi innervosiva la boria di troppi miei conoscenti. Da bambina ho anche fatto cose disdicevoli, tipo incoronare l'Anderlecht quando si metteva di mezzo.
Non sono più bimba, o non sempre. Ecco perché non mi importa, mi dispiacerebbe pure, l'esito di una partita ieri. Mi dispiacerebbe, perché l'Italia è fuori. Poi ripenso alla boria di molti e scivolo nell'indifferenza. Poi penso al tifo sincero e per niente arrogante, di persone come Ale il piccolo Brera, di Marco e di altri, e mi ridispiace.
Ciò che più mi dispiace, però, è che il tifo spesso in Italia è diventato specchio del Paese e tutto si tinge di questo dover essere contro. Sì, insomma, conta l'antitifo, non simpatico, ironico, ma distruttivo.
Mi godo la mia Roma, la mia Pro senza detestare gli altri. E se proprio mi provocano, sto lontana.
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