Un'amica si è vista tingere della bandiera francese il sito aziendale. Niente di spaventoso, ma le sarebbe piaciuto sentirsi una domanda banale: sei d'accordo? Guardate che lei ha pianto, pregato, ha sofferto come tanti e di più.
Ok, banale un corno. Banale no, perché io amo la Francia, la Francia di Voltaire come sapete, dei filosofi, dove nulla sembrava scontato.
Sembrava.
La mia amica è tutto tranne che di destra (prevengo la battuta), ci confrontiamo spesso anche aspramente sulla realtà internazionale. Ma oggi, stranamente, ci siamo trovate d'accoro su una cosa.
La Francia è colpita. La Francia bombarda. Tutti emozionati a mettere il nome sulle bombe che vanno a colpire (anche) i civili. Nessuno in piazza, tutti saldamente ancorati alla bandiera francese.
Uccisa una ragazza israeliana, poche ore fa altre persone dai terroristi. PERSONE. Si scrive persone, non israeliani o - confusione dei termini, avanti - ebrei. Se Israele reagisce, è uno Stato terrorista.
Sono un po' stufa degli Stati che reagiscono (a volte anche anticipano, se vogliamo essere brutalmente chiari sulla storia dei conflitti francesi) e sono applauditi. Gli altri si vedono vomitare odio addosso.
Con i francesi, è scontato. Con gli altri, un po' meno.
chissà quando toccherà a noi, gli altri dove staranno.
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