Il mio quartiere natio non ha mai avuto una piazza e per questo ha patito tanto, troppo. E' stato sfuggente, si è ritrovato a fatica su un'autostrada chiamata viale e lì ha perso troppi volti amati.
Questa sera per pregare per Lauretta, si è radunato in chiesa. E la chiesa, improvvisamente, non bastava. Le persone sembravano aggiungersi come un fiume, che non può fermarsi mai.
E pensavo: oggi abbiamo una piazza, dove ci troviamo tutti insieme per abbracciare chi è andato via e chi resta a combattere l'apparente assenza e il dolore.
E' la chiesa, è il cuore di un rione che non si sente sfuggente, perché sa dove, come ritrovarsi.
Notte e oggi abbiamo una piazza.
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