Sono giorni che penso al Carmelo. Da quando ho saputo, sottovoce, che se n'era andato e quasi non c'era il tempo di salutare. La sua voce che ti strigliava, ma sorrideva, in basilica. Il suo sguardo che mescolava severità e ombre di risata.
Sempre presente, il Carmelo, finché ha potuto. Tra sacro e sacrista, una manciata di lettere che aggiungono forse umanità. E so che i passi in basilica, risuoneranno più vuoti.
Nessun commento:
Posta un commento