Sotto le carezze della pioggia, ti ho vista. Non sapevo bene chi fossi tu (figurarsi me, sento che sussurri): nella mia ignoranza completa, ti ho attribuito l'identità di una cavalletta, finché amiche più sapienti mi hanno aiutata indicando "Mantide religiosa".
Dall'etichetta leggendariamente crudele, sono scivolata a ciò che sembravi: fragile, abbarbicata per ore a un muro che confondeva con il tuo colore.
In cerca di protezione, di vita o che altro. Come noi,
Da allora, ti ho tenuta d'occhio con un'ansia crescente, io che a lungo coltivai una imbarazzante paura di creature come te. Finché è uscito un barlume di sole, finché tu ti sei spostata in modo impercettibile.
Finché tu ti sei messa a camminare, ma a me parso che tu ballassi.
Sì, ti ho vista ballare. E io senza paura né pudore, a ballare con te.

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