Ancora, non posso pregare davanti a te, perché arriva una tribù di bambini, chiassosa come il cielo falsamente autunnale.
Un mormorio vagamente insopportabile, che all'improvviso si trasforma. Come una nenia, sincronizzata alla perfezione, esce da quelle bocche, scandita dalla voce della madre.
Eterno riposo… E loro, obbedienti, ripetono, accompagnano, seguono, anticipano.
Ora sembra una melodia, intonata con tempi lontani, e loro agnellini. Mi torna in mente il disegno visto poco prima, sulla tomba di un Amico: buon Halloween, zio.
Il congedo di un bambino, dura un attimo, una vita ed è forse l'unica voce che lassù si può ascoltare senza remore. Un saluto che resta e canta.
Nessun commento:
Posta un commento