Una bimba circondata dalle bambole, come non si capiscono le fortune. Ce n'era una biondissima e vestita di pelle rossa, che vegliava sopra il mio sonno.
La certezza per me, negli anni, era la provenienza: "Quella è una bambola della signora Zina".
Zina, che nome fulmineo e dolce, come un bacio. Visite in una casa che ancora oggi, quando sfioro nei miei viaggi, rivedo. Insistentemente, una tenda verde e volti che si illuminavano nel vedermi: Zina, il marito, la mamma anziana che rideva più di tutti.
Poi quel viaggio in Veneto per darle un addio che non poteva già più sentire.
Molte di noi hanno una signora delle bambole, e io Zina non la posso dimenticare.
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