Cammino ostinatamente sotto la pioggia, perché il parcheggio è separato da pochi metri. Arrivo in portineria e mi guardano con pietà. Occhi carichi di imminente futuro: signora, l'aspettano in fondo al cortile, dopo quel capannone... dopo quella palazzina.
La palazzina, per intenderci, neanche l'intravedo. Dovrei detestare me stessa e il mio disprezzo per l'ombrello, invece me la prendo con le nubi lassù. Che non si fermano mai di scherzare, facendo così sul serio, che anzi io lo so... hanno dato il meglio quando sono scesa dalla macchina.
Io essere umano al centro del mondo, sotto la pioggia. Ostinatamente sotto la pioggia, e non voglio ammettere: bastava prendere l'ombrello, una piccola resa.
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