Deviazione di nascosto, dal mio San Carlone. Di anno in anno ho rimandato la salita, per motivi vari.
Quello di fondo, soffro di vertigini. Tanto. È vero, che ho combinato le mie follie. Anni fa un parroco di una valle mi convinse che dovevo assolutamente salire su un campanile per ammirare lo spettacolo: piccolo particolare, c'erano le scale esterne, per i lavori in corso. Non mi ricordo un passo.
Come ho rimosso altre pazzie. Altri tentativi di forzare il limite. Peripezie come salire su una scalinatella lunga lunga, ripida quanto basta per non saper scendere. E tornare poi scendendo gradino per gradino, con la mano a riparare gli occhi dalla tentazione di guardare più lontano e affondare.
Solo in casi estremi come l'Empire State Building non soffrivo: primo, perché arrivavo dall'ascensore, quindi meno consapevole; secondo, perché era troppo alto per essere vero.
Il San Carlone è più proibitivo. Prima, le scalette esterne che ti ricordano a ogni istante dove sei e cosa stai facendo. Quindi, dopo la pausa deliziosa e panoramica, entri nella statua.
A metà strada incontro il gentile custode e per giustificare che sto parlando vistosamente da sola (per incoraggiarmi) spiego: devo superare il mio limite, devo vincere la sfida.
Lui sorride: signora, ma proprio quando ci sono io? E mi mette in guardia su come e quanto sfidarsi.
Mi guardo attorno: il lago morbidissimo come l'erba sotto di me, e sopra la mano di questo santo che tanto è legato al mio territorio. C'è un raggio di sole che ci gioca, mentre sento il ronzio del tagliaerba, perché tutto qui è impeccabile.
Io ho già vinto, perché sono qui da te.
Entrerò nella statua e salirò sulle scale a chiocciola. Fino all'ultimo tratto, in arrampicata: guardo e so non ce la posso fare, ho pure l'aggravante esteriore dei sandali e della borsa.
Esco, felice, perché sono in uno dei posti più belli del mondo.
Al telefono mi dicono: ma dove sei finita. Lo spiego, mentre salgo in auto.
- ma sei matta, con le tue vertigini? E ce l'hai fatta?
Forse no, ma credo di sì.
Sfida alle vertigini e sei pronta all'avventura del kite, aquilone, che ti dà l'ebbrezza della gravità vicina allo zero... ma resti ferma rispetto alla traccia-scia che lasci sulla pelle del lago...
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