La erre non mi apparteneva. Certo, oggi potrei consolarmi dicendo che avevo nel sangue il mio dialetto, dove questa lettera era bandita.
Ma da piccola ero disperata. A tre anni potevo elaborare persino saggi discorsi, ma la erre mi sfuggiva sempre. Vorrei affermare che l'ho conquistata.
Al contrario, mi raccontano che una mattina mi svegliai e la strillai, prolungandola all'infinito dalla felicità. Corsi dai miei genitori, la gridai al mondo.
Entusiasta di poter parlare da adulta. Ma era un dono, prima di tutto, e per questo era ancora più giusto rallegrarsi, mi dico ora grandicella.
Rrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
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