Dentro il mormorio della sera, si insinuano tante voci. Una è quella delle finestre. Passo sotto una di esse e ricordo come qualcuno mi abbia detto stamattina con malinconia: «Ogni giorno guardavo quella finestra aprirsi nel palazzo, adesso non accadrà più». Alzo la testa e per la prima volta mi rendo conto dove abitava una persona, che oggi abbiamo salutato per sempre.
Ad un tratto, mi sembra di capire cosa dicono le finestre. Lo fanno per giorni, mesi, anni. Lo fanno davanti ai più distratti, agli avidi e ai compassionevoli. Quelle che chiacchierano di luce, quelle che sonnecchiano ai riflessi della televisione, e quelle silenziose. A volte il loro silenzio si interrompe, altre resiste ancora un po'.
Altre volte ancora, quel silenzio si rivela un discorso fitto. Ti parla di vita e di assenze, ti fa sperare che qualcosa accada e forse sarà proprio così.
Un giorno quella finestra si aprirà, ancora. Solo, si affaccerà un altro volto, sconosciuto, e così rimarrà per un po' o per sempre. Dipende se riconosceremo le voci, dentro il mormorio della sera, se sapremo fermarci ad ascoltare, ancora.
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