Sarà vero che la storia viene scritta dai vincitori, ma non me ne frega niente. In queste ore sono stata lontana da un addio che non mi suscita niente, una tabula rasa di sentimenti.
Piuttosto, dico ancora addio, e ogni volta, ai bambini del ghetto. A tutte le vittime, ma ai piccoli più di tutti. Perché sono nauseata di un Paese, che ancora si sbrana sulla storia.
La storia, la scrivono i vincitori? Ma quei bambini non hanno potuto scrivere niente, quindi voglio essere lasciata solo nel loro dolore, che diventa il mio dolore.
Ci sono vincitori e vinti. Ci sono vittime e carnefici: e qui non vince nessuno. Perdono tutti: la vita gli uni, l'umanità gli altri.
Bambini del ghetto, che il vostro gioco in cielo sia l'unica musica a coprire le nostre oscenità.
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