giovedì 7 novembre 2013

Le classi

E' una mattina strana, con il cielo spalancato su di noi, anche dentro la basilica. C'è un amico, c'è la sua splendida mamma, da ricordare.

Così non possiamo andarcene subito e siamo uniti da un caffè affettuoso. Voglio bene a tutti, anche a chi non se l'aspetta, perché è o è stato troppo distante.

Poi ci congediamo. Una scenetta finale, un falso battibecco di due colonne a modo loro, che si rivedranno tra un'ora per un impegno comune. Classe 1927. Classe 1924. Vulcani di progetti, cancellando la malinconia di ciò che la loro città sta perdendo, con le azioni.

Resto a contemplarli mentre si allontanano. Che classi. E si può ancora dire classe.

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