Ho ancora nella testolina quell'immagine di me, surreale, correndo verso la macchina. Il sole ha già detto addio, secondo me tradendo i tempi, ma pazienza.
Corro nella zona pedonale e cerco la mia torre, passaggio verso la ripartenza. Senonché compare lei, sopra nobili edifici, quasi ficcando la testa da curiosa e pronta - ci scommetterei - a volare via.
Non sia mai detto. Mi fermo e prendo il cellulare, zac, la devo intrappolare. Sotto gli occhi indifferenti del netturbino, che se ne frega della folle di turno.
Mi scusi, mi scusi, ma io mi devo fermare. E' per la luna.
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