Devo scavare tra rami robusti, scolpiti tozzamente tanto che legno e tentativi di foglie si fondono contro il cielo. Devo cimentarmi in un girotondo e provare ad abbracciarli, anche solo a fare il gesto.
Con loro, sento ancora incerta la primavera, mentre tutt'attorno è un'esplosione dolcemente furiosa di petali.
Devo abbandonare il gioco, ma prima un ultimo sguardo. E lo scorgo, il primo fiore. Rosa, delicato, che quasi non oso respirare per timore di scompigliarlo. Non riesco nemmeno a restargli a fianco, per la felicità.
Notte e il primo fiore.
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