Divisa tra la legge di Murphy e una imbarazzante tendenza alla megalomania, oggi mi sono convinta che la tempesta sarebbe esplosa in un momento di incommensurabile distanza tra me e l'auto.
Quando non è accaduto, ero scossa comunque da una contrapposizione di sensazioni: felicità di averla scampata e delusione per aver coltivato la previsione sbagliata.
La realtà è sempre più semplice e la sfioro, ascoltando un brontolio del cielo che non so interpretare.
La tempesta non ti aspetta. L'attesa è una fregatura umana o una sua straripante gioia.
Si posa dove vuole, quando vuole, ti fissa negli occhi senza vederti nemmeno. Danza e inciampa, ride e si infuria.
Noi, sempre testimoni imperfetti e impotenti. E forse non ci resta che ammirare il cielo prima dell tempesta, stupendo e dissoluto, senza sapere se essa verrà davvero.
Notte e la tempesta non ti aspetta.
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