Una delle persone a me più care, è una donna che da più di ottant'anni porta il suo sorriso, le sue energie, la sua generosità a tutti. Ha lavorato tanto e lo fa ancora. E ha allevato diverse generazioni: ancora adesso se passa un brizzolato signore, lei lo indica "è un mio bambino".
Questa persona esempio per tutti noi, è affetta da nanismo. Non sapete quante volte ho incontrato gente lesta a definirla solo così. Sarò una filosofa ingiallita, ma la differenza tra sostanza e accidente cerco di tenerla stampata nell'anima.
Lei è una persona. Chi usa altri modi per chiamarla, è piccolo, piccolissimo.
Dopo tanti anni non riesco a mandarlo giù. Non dimentico i bimbi idioti che prendevano in giro la persona per me più preziosa facendo il verso a come camminava. Non lo dimenticherò mai: ero una bambina anch'io.
C'è chi si scandalizza su chi in politica - destra, sinistra e tutte quelle posizioni che non esistono più, ammesso siamo mai esistite - sfotte gli altri in base ai presunti difetti fisici, a caratteristiche dell'aspetto. Io mi rattristo perché lo fa l'umanità, che pur oggi dovrebbe essere tanto colta, con la massa di informazioni a disposizione per crescere.
Invece per attaccare il noto giornalista in TV ci si aggrappa ai nei. D'altro canto ho sentito piovere battute sull'atleta privo di gambe, quando naturalmente cade in disgrazia. Troppo piccoli, troppo grandi, troppo grassi, troppo magri. Gli esempi si sprecano.
Siamo pieni di brillanti idee per denigrare gli altri, perché siamo vuoti di umanità.
Siamo troppo piccoli, sempre più piccoli, per cercare di costruire un mondo migliore.
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