Qualcuno affermava che saremmo stati liberi. Eppure io mi sento sempre più schiava, nella selva di sentenze.
Oggi sono particolarmente triste, perché ho sentito una voce amica rivolgersi agli ebrei in modo offensivo. Io sono ebrea, perché sono cristiana. Sono fiera di essere - anche - ebrea, perché mi ha aiutata ad amare il mondo, anche nella sofferenza.
Soffro, perché la storia è un libro da ribaltare come si vuole, incuranti dei dolori altrui.
E questa è solo una delle tante sentenze, che mi capita di udire ogni giorno. Sentenze, che pronunciamo tutti, a modo nostro, senza ritegno, tanto più da quanto abbiamo un computer e pensiamo di essere noi i veri Dei.
Sono un'ebrea ferita, oggi. Una donna. Un essere umano, con tutte quelle ferir insieme.
Mi aggrappo a pà Carloeu che dice questo: trà dré i sentenzi, significa maledire.
Il passo dal sentenziare sugli altri e noi stessi e trascinarci tutti in una maledizione, è così minuscolo da incutermi una solenne maledizione.
Quanti riescono a capire il senso del tuo pensiero? Forse Devora, un'ebrea libera, in California... della tua generazione, flglia di un amico, suo papà Norman... Condivido g+
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