Scavare tra la propria storia, il dolore che ti appartiene. Il dolore che dovrebbe se non insegnare (che brutta parola), indignare per non aspettare nuove rese dei conti tracciati da fredde mani.
Così ti assale l'ansia di informarti, leggere, ferirti mezzo secolo dopo sul Vajont. Eppure la prima cicatrice che riprende a fare male, è lo sguardo di papà immerso nel viaggio del tempo e senza tempo di Paolini.
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