Non mi riparano neanche gli occhiali da sole, da questa storia che è un fiume selvaggio. Un signore elegante quel che basta, con gli occhi di chi ha a lungo viaggiato in avventure. Intrighi, sparizioni, caffè avvelenati, serviti con indifferenza tra un confine e l'altro.
Che siano reali o inventate, che importanza ha. Lui tira fuori fogli e prove. Il ragazzo lo ascolta e medita se scriverci un breve articolo.
Ma no, rimprovera l'anziano, un libro.
E penso: ma vent'anni fa, sarei fuggita al riparo oppure avrei detto, sì signore, la seguo e lei mi racconta tutto. Scriviamo tutto il romanzo che vuole.
Ma taccio: sono un ladro di racconti, che fuggono da realtà o sogno con la stessa, plateale indifferenza.
Il ragazzo scende dal treno e non so cosa farà.
Io ascolto il resto, dietro un rispettoso sorriso.
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