Il canto diventa un ruggito, un brontolare cupo del pianeta. Eppure amo la pioggia, quella timida o senza inibizioni, non importa.
Ma gli occhi hanno visto troppo e la canzone mi incute timori ancestrali, quindi così attuali.
Il cielo cupo sopra di me, e anche le stelle si nascondono.
Ma tornerà il sogno di una pioggia buona, essenziale. E di un uomo che non la trasforma in nemica.
Notte, sognando la vecchia, buona pioggia.
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