Fa figo essere cittadini del mondo, ma esserlo è duro, durissimo. Significa capire che in ogni angolo di pianeta abitiamo e dunque dobbiamo anche soffrire.
Viaggi infiniti per il globo. E fa figo prendere le valigie, non i fardelli dei popoli. C'è una via che aiuta, e non perché sia facile.
Amare la propria terra, io credo che possa dare una mano. E io amo la mia città. Per questo la striglio, all'occasione, e non la riconosco, perché la amo tantissimo. Le sue rughe sono le mie, legate ai sorrisi e alle lacrime. Sono nata e rinasco ogni giorno, accanto alla sua basilica. Mio nonno ha pianto la prima volta lì, e cento volte ha riso. La voce testarda, quasi monella, della campane ha ispirato una delle liriche più irriverenti di mio prozio Angelo Bottigelli: e cavolo, quanto mi piace quella poesia.
I miei cugini si innamorarono e sfidarono i tempi di dolore. Mio nonno percorse pochi metri e incontrò mia nonna. E tanti fili si unirono. Mio padre si spostò poco più in là: la vita legò a una ragazza della Valle e fece fiorire il loro amore oltre il confine del centro, dove c'era la loro ditta. Perché quella ditta era - anche - loro. E di mille persone, e del mio maestro.
Io ho fregato tutti e mi sono spostata nel rione che era stato Comune non mi ha ancora nominata figlia, perché il tempo non basta; mi consola il fatto che quel rione è del mio maestro.
Tutto questo casino, di viuzze, viali e fili, mi rende felicemente una bustocca. E cittadina del mondo.
ecco perché giovedì 30 ottobre io voglio festeggiare i tuoi 150 anni di città.
http://lafamigliabustocca.org/2014/10/buon-compleanno-busto-arsizio/
Molto bellissimo! E' genuino, Malu, ti fa piacere e onore... anche a nome dei bastardi come me che erano migrati a Milano per 50 anni... per percorrere da li le vie del mondo!
RispondiEliminaA giovedì... per i 150 anni!
Pronti! Grazie!
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