Chissà come fa un uomo saggio e generoso a partire, a diventare un angelo e lasciare qui il più debole. Forse lo fa proprio per questo, mi dico, perché deve rivestirsi di forze ulteriori per guidare una fragile creatura.
E mentre ne contemplo una nel suo vagare solitario, mi fermo, chiacchiero, mi chiedo se abbia mangiato, se qualcuno ci abbia pensato, a un certo punto mi sfugge un pensiero per l'angelo.
E la creatura fragile indica il cielo: adesso è lassù.
Proprio in quel momento mi sembra di vedere vicino a noi un uomo saggio e generoso, che non è mai partito, che è solo diventato angelo perché vuole fare di più.
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