Torno nel magnifico luogo al cospetto del lago Maggiore, al cospetto di un albero della vita poderoso. Cambiare cornice per il premio di parole d'amore vergato nel nome di Mario Berrino, mi spinge a cercare ancora dentro più gli altri e me stessa.
Ha ragione una cara persona che a Ispra ha condiviso l'esperienza della giuria con me anche quest'anno, sentire le opere scandite interpretate da un lettore esperto le fa percepire in modo differente, più intenso. Ritrovo una poesia che ho tanto amato, rivivo con consapevolezza una lirica di un autore della città tra le più adorate da me.
Vedo in prima fila un artista che mi ha sempre fatto cogliere le poesie, più capirle, e vorrei che ne leggesse ancora. Mica ho vergogna di trattenere le lacrime, quando risento quel vuoto che viene da un'esperienza piena, per un istante.
Poi le ragazzine. Noi adulti a impartire mille consigli, ma loro sembrano aver già capito tutto.
L'amore da premiare, è quello che non osa mettersi in vetrina. Già sazio di sé.
Grazie, premio Berrino.
Nessun commento:
Posta un commento