Compare nel prato verdissimo di pioggia, a racimolare le briciole lasciate dai piccioni.
Lei che è una colomba bianca, impettita ma non arrogante, la coda simile a uno sbuffo diventato sorriso.
Dicono che da qualche giorno vaghi lì. E quando la si osserva troppo, peggio, se ne parla, si rifugia sulla balaustra di un balcone e scruta di tanto in tanto i passanti.
Più tardi sento parlare in tv di disegni di bambini sballottati tra male e speranza. Uno di quei fogli vede una colomba bianca al centro.
E mi viene da pensare che forse lei sia volata via da lì.
Notte e la colomba bianca.
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