Li ho sentiti cantare, oltre i vetri. E ho ricordato per me, e per le generazioni prima. Quelle che mi hanno condotto fin qui.
Il trisnonno contadino tessitore, quello che tingeva candore in casa mentre la bisnonna veniva alla luce con la sua grinta. E tutti noi che siamo venuti dopo, scegliendo di tessere a modo nostro.
Telai che cantano perché non possono riposare, né ne hanno voglia. Tu entri e li vedi, ma prima li senti. Senti anche che hanno suonato la loro sinfonia, perché tu potessi ricordare tempi mai vissuti. Tempi in cui ogni casa li accoglieva.
E oggi ci rompono le scatole, se alziamo lo stereo o il cane abbaia.
Ma i telai avevano diritto di parlare, di gridare, di affermare le proprie ragioni.
Telai, coraggiosi e testardi, tessono i miei sogni, la mia canzone per la notte.
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