Un giorno arrivai dalla mia amica kissomane e mi mostrò un album dalla bizzarra copertina. Erano i Motley Crue, che giocavano con le maschere del teatro, e io scossi la testa: questi scopiazzano i Kiss e pure male.
Pochi mesi dopo, ero aggrappata ai precedenti album, con furore (anche contro me stessa). In "Theatre of pain" i Motley si erano già apparentemente addolciti, ma le tragedie erano solo all'inizio. Io preferivo le canzoni degli anni precedenti, quando erano risuonati più ruvidi. Adoravo "Home sweet home", ma non mi facevo incantare.
Essendo una fan dell'intelligenza di Nikki Sixx - specialmente post deviazioni stupefacenti -, ho perdonato quasi tutto nelle loro canzoni. Anche questa "Tonight (we need a lover)", terrificante, sessista, con visione di branco rock, di metafore che non lasciano molto alla decodifica dell'immaginazione. Ma stasera l'ascolto e penso: cavolo, cantano una scemata così terribile, aggiungendo pure un coro da angioletti.
E io - iscritta al Sacro e profano fans club - ho poco da ridire. Forse potrei usare una frase cara agli Aerosmith per compensare: non giudicare mai un libro dalla copertina.
Del resto, basta togliere una "r" e trovarsi d'accordo: abbiamo tutti bisogno di amore stanotte, e ogni notte, ogni giorno.
Tonight, Motley Crue, canzone per la notte.
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