Tu sei un'artista, io neanche uso più la penna senza scarabocchiare. E le parole dovrebbero essere il mio campo, ma le ho ridotte con dolorosa tenacia.
Allora, mentre guardo le tele e ripenso alle donne che hai cantato, persino alla piccola Malu, rifletto: tu liberi le persone. Le anime tranquille che in realtà scalpitano, le incertezze che diventano pregi e forse lo sono, gli spazi pieni che si affievoliscono, e quelli vuoti che si affollano.
Tra i sogni di Cernobbio, così reali, ci vuole una liberatrice di anime, una che quando afferra un ingrediente segreto, non lo imprigiona, mai.
Grazie, Elena.
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