I cortili si sono rimessi a vivere, grazie a te, ai tuoi racconti. E non importa se li hanno spazzati via.
Sono rimasti con noi, come le delizie preparate dal bisnonno o il bicchiere di vino della bisnonna, con l'ultimo boccone di pane intinto. Come il sorriso di tua mamma quando arrivavamo da lei, quello di tua sorella che raddoppiava a Natale, con i pacchetti colorati.
Ul pá Carloeu, l'ho conosciuto veramente grazie a te. E i 100 anni di Busto città, quel tuo pegno, guarda un po'. Persino Crespi d'Adda, sei tu la prima ad avermi sospinta là, alle nostre radici.
Fiera della tua storia, della nostra storia. E io sono fiera di te, di averti conosciuta, perché sei stata una donna capace di prodigarsi sempre per gli altri, senza chiedere mai.
Adesso non puoi riposarti, dopo gli abbracci in cielo, perché c'è lui, e non solo, che devi vegliare quaggiù.
Ma io ti vedo già luminosa, come quando da bambina con la tua cuginetta spiavi il mio nonno barbiere, immerso nei suoi riti. E la meraviglia, la gioia erano grandi. Come lassù.
Buon viaggio, nuovo angelo.
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