E' il tuo compleanno, mister. Uno di quelli per cui innaffiare l'anima con il vino che ti piaceva.
Sentire la tua mancanza è poco, di questi tempi. Mi ritengo persino fortunata, quando penso che ho un allenatore come Garcia, con o senza violino. E altri gentiluomini come te esistono ancora, mi ripeto, fanno solo meno rumore in questa poltiglia di civiltà sportiva.
Ma tu sei stato il primo allenatore che si è affacciato sulla mia vita, con le tue adorabili contraddizioni. Spirito nordico, scaramanzia latina, mi hai regalato niente meno che il primo scudetto della mia vita.
E non scorderò mai l'incontro con te e la Roma in quel magico 1982, quando il sogno sembrava ancora improbabile a noi poco avvezzi a vincere. La Roma di Falcao, dicevo allora. Oggi forse sono più saggia e amo il calcio in modo diverso: dico la Roma di Di Bartolomei.
E di Liedholm. Auguri in cielo, mister.
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