In un giorno così convulso, cucciola, vorrei riportarti al tuo parco, ma non riesco.
E pur di non vedere delusione nei tuoi occhi, mi fermo a un altro giardino inesplorato, per lasciarti correre. Scorgo una persona che non vedevo da anni e mi rallegro.
Ma mi scuso con te, entrando: qui non ci sono i tuoi amici.
Nel giro di mezzo minuto, li sono tutti. Il labrador, dolcemente geloso della propria pallina, te la lascia pure.
Notte, aperta come il tuo cuore, cucciola.
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