Anatomia fallimentare di una giornata di una donna tutta di un pezzo. Ho resistito a scontri di vario tipo, compreso quelli con le drammatiche notizia della mia terra, d'Italia e del mondo.
Poi, uno scorcio di Umberto D. E devo aggrapparmi al telecomando perché mi sento male, di fronte a tanto dolore e tanto vuoto. Televisione bandita, come da tradizione. Finché dopo una partita - realmente - andata male distrattamente accendo e scorgo "Fuga per una vittoria".
Ora, non c'è storia più assurda, impossibile e chi più ne ha più ne metta. Tutto si può perdonare, tranne che far giocare su un campo di pallone Pelé e Stallone, anche per finzione. Eppure quando irrompe la scena finale, io frigno. Che devo fare. Neanche piango, che non sono capace per le assurdità: frigno come una bambina.
E mi chiedo perché frigno per un film, quando non riesco a piangere per la realtà. Forse i pianti veri non vengono a galla, mai.
Notte e perché si frigna per un film.
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