La panchina che sembra galleggiare, ma voglio ancora pensare che sia per un sogno andato a male. Come quando perdi di vista il confine tra il giorno e la notte. E le montagne che tremano, come se non avessero creduto fino in fondo all'autunno. La mia collina confusa come il lago, il ruscello che saltella come un folletto e non vuole fare del male.
Il mio lago di piccina e per sempre, che non tradirò mai, neanche per un loch. Morbido quando sta rinchiuso nelle sue frontiere, da amare persino adesso.
Il mio lago confuso da una pioggia che diventa un'ossessione. Ma che non smette mai di sognare, anche quando è un sogno andato a male.
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