Ho solcato per settimane un mare di parole d’amore, senza intestardirmi su una destinazione. Sì, il porto sicuro è quello del concorso Mario Berrino, che si posa su uno specchio d’acqua reale, il Lago Maggiore.
Ogni anno mi stupisco di quanti scrivano d’amore. Con tanti stili ed esiti differenti, ma quella spinta deliziosamente ostinata li accomuna. Risposte, non affiorano.
Chissà perché scrivono d’amore: ciò che muove la mente prima delle dita. Un sussulto di ribellione o di obbedienza estrema, una fuga o un richiamo.
So solo che le parole scorrono o forse sono come funi lanciate da un marinaio, che cerca un motivo nuovo e antico per viaggiare.
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